La riflessione di Rafael Nadal ha gli effetti di una vera e propria bomba sul mondo del tennis: grande preoccupazione tra gli appassionati
Come capita in tutti gli sport, il tennis sta vivendo una fase di transizione generazionale ma anche di evoluzione dal punto di vista del gioco. I tempi in cui si palleggiava in modo blando – con scambi lunghissimi in attesa di un vincente – sono ormai alla spalle da oltre quarant’anni, mentre negli ultimi venti si è assistito ad un repentino aumento della velocità dei colpi e dell’atletismo dei protagonisti in campo.
Con Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic si è toccato, probabilmente, il punto più alto nella storia del tennis sotto l’aspetto qualitativo. Una sintesi di potenza, classe, determinazione, grinta e forza mentale fuori dal normale. Non a caso, lo svizzero, lo spagnolo e il serbo sono gli unici esponenti in assoluto del movimento maschile ad aver conquistato almeno 20 tornei del Grande Slam.

Come dicevamo, tuttavia, alla fase di declino dei Big3 sta corrispondendo una evoluzione del modo di giocare a tennis. E con il termine evoluzione non sempre si indica qualcosa che sta cambiando per il verso giusto o che piaccia a tutti. Secondo molti, infatti, l’aumento esponenziale dell’altezza media dei giocatori e, di conseguenza, delle loro abilità al servizio non sono un fattore che influisce positivamente su questo sport.
Nadal e il tennis moderno, le parole dello spagnolo sono un chiaro avviso
L’idea generale è che presto potremmo assistere a partite dove si avranno sempre più “ace” e sempre meno scambi lottati, con irrimediabili ripercussioni sullo spettacolo offerto in campo. A sostenere questa teoria c’è anche lo stesso Nadal, il quale si è soffermato sull’argomento nel corso di una conferenza presso la Escuela Universitaria a lui intitolatala alla Universidad Alfonso X el Sabio (UAX Rafa Nadal), nel campus di Villanueva de la Cañada.

“Gli atleti sono sempre più alti e si muovono meglio. Il servizio ha un impatto decisivo“, ha dichiarato il maiorchino. “Se non si limita questa potenza, arriverà qualcuno alto più di due metri e con buona mobilità e non si potrà competere contro di lui, non si riuscirà a fare un break”, ha osservato.
Rafa, di fatto, ha lanciato un vero e proprio allarme nel mondo del tennis. Ma, con un ghigno sorridente, ci ha anche tenuto a sottolineare che la fase di transizione è ancora all’inizio: “Djokovic ha giocato una finale pochi giorni fa a Miami, io ho continuato a competere fino a un anno e mezzo fa. Questo mi porta a pensare che il cambiamento non sia stato ancora così brusco, perché abbiamo continuato ad avere possibilità di successo“.
Staremo a vedere come si evolverà la situazione. Per quanto ci riguarda, non siamo troppo preoccupati in tal senso, dal momento che l’unico “big server” in top-10 è attualmente Alexander Zverev. Tutti gli altri giocatori ai vertici della classifica hanno un ottimo servizio, certo, ma il loro punto di forza risiede altrove.