Caso Swiatek, commenti e falle di un sistema allo stremo

Iga Swiatek è risultato positiva durante il Wta1000 di Cincinnati alla Trimetazidina. Dopo diverse controanalisi, però, la polacca è stata scagionata dall’accusa e potrà continuare senza problemi la propria attività agonistica. Ecco alcuni commenti di colleghe ed ex membri del circuito professionistico e tutte le falle di un sistema che si sta dimostrando non all’altezza.

Il caso Swiatek

Dopo il caso Clostebol legato a Jannik Sinner, adesso è la Swiatek ad essere finita nell’occhio del ciclone. La polacca, infatti, è risultata positiva alla sostanza dopante Trimetazidina durante un controllo antidoping al Wta1000 di Cincinnati (al termine delle Olimpiadi). La polacca, dopo diverse controanalisi, è stata scagionata ma, come per Jannik, la gogna mediatica non è finita.

La prima ad attaccare l’ex numero 1 del mondo è stata Eva Lys, numero 133 del circuito Wta.

Sto iniziando a pensare che non tutti ricevono un processo equo. Tutte meritiamo le stesse opportunità”.

A farle da eco l’ex leggenda del nostro sport Yevgeny Kafelnikov.

Mi chiedo perché non ho usato steroidi durante la mia carriera. È una vergogna quello che sta succedendo nel tennis attuale”.

Al netto dei commenti degli atleti, il sistema è evidentemente allo stremo. Come già successo per il caso legato a Sinner, l’accusa principale mossa all’ITIA (International Tennis Integrity Agency) è la mancanza di un protocollo uniforme nel giudizio. Tra i tanti temi da migliorare, sicuramente ci sono i tempi di comunicazione della positività, la disparità di trattamento tra diversi giocatori (giocatori di fama internazionale trattati diversamente rispetto a quelli poco conosciuti), mancanza di uniformità nelle decisioni e trasparenza in esse e la forte discrezionalità e differenza di pene in casi simili.

Molti atleti, per questo motivo, richiedono un forte cambiamento nel processo di accusa per doping. Tra questi, sicuramente troviamo un’uniformità nei tempi delle comunicazioni da parte dell’ente, procedure standardizzate ed uguali per tutti, equità nelle sanzioni e trasparenza nei processi decisionali.

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