La classe, a differenza della forma fisica, rimane sempre, non tramonta mai. Ne è l’emblema Grigor Dimitrov, che sta giocando uno strepitoso torneo a Miami riuscendo a buttare fuori, senza appello, un Alcaraz in uno stato di forma ritrovata.
Bastano le parole dello spagnolo a fine match per descrivere il livello di gioco del bulgaro: “Sono molto frustrato in questo momento, perché mi ha fatto sentire come se fossi un ragazzino di 13 anni – ha detto Carlitos con un sorriso amaro, nella conferenza stampa post partita -. È stato pazzesco, parlavo con la mia squadra e dicevo: ‘Non so cosa devo fare’. Dimitrov ha giocato un tennis fantastico, quasi perfetto se si può utilizzare questo termine. Non sono stato in grado di trovare soluzioni né un modo per farlo sentire a disagio in campo”.
Lo spagnolo ha parlato di “tennis fantastico, quasi perfetto”. E in effetti abbiamo assistito a una prova di talento incredibile da parte di Grigor, con un servizio molto solido accompagnato da estrosi rovesci lungolinea, anticipi vincenti in risposta, morbide e suggestive demivolee. Insomma, l’elogio dello stile, del rovescio a una mano, del gioco completo.
D’altra parte lo ricordiamo quando raggiunse il numero 1 del mondo nel circuito junior, quando vinceva titoli prestigiosi come Wimbledon e gli US Open juniores. Dimostrando sin da subito di essere una delle promesse del tennis mondiale, tanto da guadagnarsi presto l’appellativo di “Baby Federer” per le somiglianze con il King Roger, non solo nell’aspetto, ma anche nel gioco elegante e nell’uso del rovescio a una mano.
La carriera di Grigor Dimitrov ha attraversato alti e bassi, ma ha sempre catturato l’attenzione per il suo talento e stile di gioco. La sua prima grande vittoria ATP è arrivata nel 2013, al torneo di Stoccolma, poi in effetti non ci fu mai la consacrazione del campione, se non nel 2017, anno di svolta per lui, in cui vinse il suo primo titolo Masters 1000 a Cincinnati e il prestigioso ATP Finals, terminando l’anno al 3° posto del ranking mondiale, il più alto mai raggiunto da un tennista bulgaro.
Dopo il picco del 2017, però, Dimitrov ha attraversato un periodo di forma altalenante, scendendo fino alla 78ª posizione nel 2019. Ma ha continuato a lavorare sodo, cambiando allenatori e cercando di ritrovare la forma che lo aveva portato ai vertici del tennis mondiale. E la sua resilienza lo ha portato a vincere nuovamente un titolo ATP, a Brisbane, in questo 2024. Il primo dopo un digiuno di quasi sette anni.
E adesso eccolo qui, sfoggiare quel tennis che fa bene agli occhi e alla mente, piacevole da gustare. Una storia che rappresenta anche come la resilienza e la tenacia possono fare spesso la differenza, nello sport come nella vita. E chissà dove arriverà Gregorio, come lo chiamava il maestro del giornalismo Gianni Clerici. Intanto Sinner lo ringrazia per aver frenato lo spagnolo e avergli dato la possibilità di raggiungere la seconda posizione del ranking mondiale.
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