Da John McEnroe a Jimmy Connors, da Pete Sampras a Andre Agassi, i tennisti americani hanno dominato l’era Open fino a qualche anno fa. Impensabile non vederne nelle parti alte della classifica mondiale. Fino a qualche anno fa, appunto.
L’ultimo ad occupare la posizione numero uno del Ranking Atp è stato Andy Roddick, nel 2003. Lo stesso Roddick che è stato anche l’unico a vincere un torneo del Grande Slam, lo US Open. Da lui in poi nessuno statunitense ha più ripreso le luci della ribalta e un dominio che sembrava impossibile da scalfire si è fatto via via più effimero.
Negli ultimissimi anni, però, la tendenza sembra cominciare ad invertirsi e, come si dice in questi casi, si vede la luce in fondo al tunnel. Una nuova generazione di tennisti americani si sta affacciando con sempre maggiore frequenza sui palcoscenici che contano e i risultati cominciano ad arrivare: undici “yankee” in top-50, quattordici in top-100. Numeri che fanno ben sperare.
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A guidare la truppa c’è Taylor Fritz. Per il 25enne di San Diego il 2022 è stato l’anno della svolta, con la vittoria ad Indian Wells, i quarti di finale a Wimbledon, l’ingresso in top-10 e la meritata qualificazione alle Atp Finals di Torino.
E in questo 2023 sembra essere ripartito con il piede giusto. La vittoria di domenica 19 febbraio sul cemento di Dallas gli garantirà un’ulteriore salto in classifica: da lunedì 27 febbraio, infatti, entrerà in top-5, alla posizione numero 5. L’ultimo a riuscirci? Ovviamente Andy Roddick, per l’ultima volta tra i primi cinque del mondo nell’ormai lontano 2009.
Sono passati quattordici anni, ma forse questo è davvero il punto di ripartenza per il tennis USA, che oltre a Fritz ha già in “maturazione” tanti altri talenti pronti finalmente a sbocciare definitivamente.
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