La triplice eliminazione alle Next Gen Atp Finals, la non qualificazione di Jannik Sinner e Matteo Berrettini per il “torneo di Maestri”, le incognite in ottica Davis: è un epilogo di stagione particolarmente tribolato per l’Italtennis. Ma come si fa a definirlo deludente?
Next Gen Atp Finals: rammarico sì, ma nessun catastrofismo
Inutile nasconderlo: il tennis italiano aveva riposto grandissime aspettative sugli azzurri protagonisti alle Next Gen Atp Finals. E, anche se maturati dopo prestazioni generose, i risultati dei nostri non hanno rispettato le attese. Partendo innanzitutto da quelli ottenuti da Lorenzo Musetti, arrivato scarichissimo al match decisivo, tanto da arrendersi quasi senza lottare al britannico Jack Draper.
All’eliminazione del proprio giocatore più rappresentativo la delusione degli appassionati italiani è passata dall’essere latente a molto profonda. Ed è pure giusto che sia così, in parte. Il toscano era il primo favorito al titolo, aveva il dovere di vincere e le carte in regola per farlo. Onestamente, però, non ci sembra il caso di andare a stendere analisi catastrofiche. Tutt’altro. Mandiamo in archivio il rammarico, e facciamo un discorso realista.
Matteo Arnaldi e Francesco Passaro sono reduci da una stagione incredibile, che li ha portati ai primi titoli Challenger e ad un balzo nel ranking rispettivamente di 229 e 486 posizioni. E c’è da considerare che si sono confrontati contro giocatori di gran lunga più avanti di loro in classifica: Nakashima è 49, Lehecka 74. Lo statunitense e il ceco, seppur con margini di miglioramento, sono due tennisti già fatti, abituati a disputare tornei prestigiosi. I nostri, invece, sono fuori dalla top-100 e si devono ancora affinare. È questione di tempo? Chissà, a 21 anni ne hanno tanto a disposizione. Potrebbero raggiungere altissimi livelli o neppure sfiorarli, solo il campo potrà dirlo. Per ora c’è solo da farli crescere, sostenendoli incondizionatamente.
Di Musetti che dire!? Nell’ultimo mese ha dimostrato al mondo intero di aver fatto il definitivo salto di qualità. E pazienza se non è arrivato fino in fondo alla kermesse milanese. Sarà per i prossimi tornei, quelli che – con tutto il rispetto per le Finals dei piccini – contano davvero. Abbiate fiducia in “Lorenzo il Magnifico”. O avete già dimenticato come vi contorcevate dalla goduria nei giorni scorsi?
Sinner e Berrettini: una stagione maledetta, ma con titoli
Per quanto riguarda Sinner e Berrettini, dobbiamo partire da una base diversa. Jannik e Matteo sono giocatori affermati da diversi anni, oscillano tra top-10 e top-15 e vincono spesso tornei Atp. Le aspettative che si hanno su di loro sono costantemente alle stelle. Perché loro sono stelle a tutti gli effetti.
All’inizio del 2022 sicuramente non immaginavamo che a fine stagione potessero trovarsi esclusi dal novero dei primi dieci del mondo. Avremmo pensato a qualche catastrofe se ce lo avessero detto. E non ci saremmo sbagliati di troppo. Già, perché, al netto di qualche sconfitta meritata che ha fatto storcere il naso, l’annata di Sinner e Berrettini è stata continuamente contrassegnata dalla sfortuna: tra Covid, problemi fisici gravi o meno gravi e altro ancora, mille fattori hanno condizionato le loro prestazioni o gli hanno impedito di scendere in campo.
In tutto ciò – e qui ci scappa un sorriso – l’altoatesino ha vinto un torneo (Umago) battendo Alcaraz in finale, il romano ne ha vinti due (Queen’s e Stoccarda), addirittura consecutivamente. Ciò non è bastato agli azzurri per qualificarsi alle Atp Finals di Torino, ma rende bene l’idea di che giocatori stiamo parlando. Anche in questo caso, vogliamo chiudere con una domanda per gli appassionati italiani: preferireste tornare a 15-20 anni fa?
Cerchiamo di essere all’altezza dei rappresentanti nostrani
“Sono sceso in campo solo per rispetto del pubblico pagante”, ha detto Musetti dopo la sconfitta contro Draper a Milano, sottolineando che il suo fisico ha iniziato ad accusare lo stress di una stagione lunga e fitta di impegni. Considerati gli ultimi problemi di Sinner e Berrettini, le parole del toscano non suonano come un bella notizia in ottica Coppa Davis. Al contrario, hanno ovviamente alzato il livello di preoccupazione generale. Preoccupazione che in alcuni casi è degenerata nella solita frustrazione tutta nostrana.
È indegno, infatti, che sui social girino cose tipo “chi si romperà per primo?”, oppure “in tre ne fanno uno”. Insomma ci siamo capiti. Ci presenteremo a Malaga con i numeri 15, 16 e 23 al mondo e con concrete possibilità di vincere la manifestazione. Cerchiamo di essere all’altezza dei rappresentanti nostrani.
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