Al netto della rinuncia (forzata) alle Olimpiadi e del “tragico” finale, è stato un 2021 da incorniciare per Matteo Berrettini. II venticinquenne romano ha conquistato due titoli, a Belgrado e al Queen’s, ed ha letteralmente strabiliato a Wimbledon, dove si è arreso soltanto nell’ultimo atto a Novak Djokovic (nonostante il primo set vinto al tie-break). Tali risultati lo hanno portato al punto più alto della sua carriera: la settima piazza del ranking mondiale. Peccato per l’infortunio rimediato qualche giorno fa a Torino, che gli impedirà di disputare la prestigiosissima Coppa Davis. Ma, nel 2022, siamo sicuri che tornerà a regalarci ancora grandi emozioni.
Detto questo, andiamo ad analizzare nel dettaglio la punta di diamante del tennis azzurro.
Matteo Berrettini, non solo servizio e dritto
Tra oggi e venerdì, analizzeremo i migliori cinque tennisti italiani. Iniziamo da Matteo Berrettini, un giocatore che ha dimostrato ampiamente di valere la top-10 mondiale.
Servizio, voto 9.5
Il servizio è, assieme al dritto, l’arma letale di Berrettini. Matteo lo esercita prima, durante e dopo ogni allenamento, come confessato da Vincenzo Santopadre (coach) in una recente intervista, e si vede. Quando funziona, e spesso è così, la prima dell’azzurro è devastante. La seconda, al contempo, è sempre giocata in maniera intelligente. Insomma, il venticinquenne romano possiede un vero e proprio asso nella manica.
Risposta, voto 7.5
Sebbene lo strapotere di Berrettini si evinca quasi sempre dai turni di servizio, la risposta del numero uno nostrano è comunque una delle più incisive nel circuito. Non potrebbe essere altrimenti, è ovvio, visto che le partite si vincono strappando la battuta all’avversario, ma è sempre meglio precisarlo visto che si tende di solito ad etichettare (e sminuire) Matteo come un giocatore da “servizio e dritto”.
Dritto, voto 9
Semplicemente impressionante. Il dritto a sventaglio, con cui martella l’avversario da ogni centimetro del rettangolo di gioco, è in assoluto il “colpo migliore” di Matteo Berrettini; quello che gli consente di mascherare qualche piccolo difetto in altri settori e di partire con un piede davanti nel match. Potenza brutale, precisione notevole, efficacia assoluta. Un voto in meno perché la perfezione porta il nome di Juan Martin Del Potro.
Rovescio, voto 6.5
Il rovescio è di certo la “nota dolente” di casa Berrettini. Sia chiaro, non intendiamo accodarci a coloro i quali ne dicono di ogni sul rovescio dell’azzurro, vogliamo solo sottolineare che probabilmente è il suo punto debole se messo a confronto con i top-5. Se Matteo vorrà avanzare ulteriormente in classifica non potrà fare a meno di soffermarsi di più sul miglioramento di tale colpo.
Gioco a rete, voto 8.5
Berrettini ha dimostrato egregiamente di poter far male anche scendendo a rete. Ne sanno qualcosa i suoi avversari di Wimbledon. Peccato che non si giochi più spesso sull’erba.
Fisicità, voto 7
Qui c’è da fare un duplice discorso. Perché il fisico di Berrettini è croce e delizia. Se un lato la sua stazza gli consente di avere grande potenza ed esplosività, dall’altro è stato proprio il fisico a tradirlo diverse volte nel corso della carriera. Gli infortuni hanno inciso e non poco sulla sua ascesa e, adesso, gli stanno causando ripetuti problemi. Vedi i forfait alle Olimpiadi, ad alcuni Masters, alle Finals e alla Coppa Davis. Il nostro giudizio è purtroppo legato anche a questo.
Forza mentale, voto 9
Finora si sono viste molteplici “versioni” di Berrettini. Tutte o quasi, però, hanno lasciato trasparire una persona serena, umile, mai sazia o doma, anche di fronte alle vicissitudini negative che gli si sono presentate. Alle lacrime di Torino, ad esempio, sono seguiti diversi messaggi in cui l’azzurro già si mostrava determinato a tornare al top nel 2022. D’altronde, per un ragazzo cresciuto nel segno di un prevalente disinteresse mediatico deve essere un gioco da ragazzi ora gestire il successo… Per quel che riguarda le vicende di campo, c’è poco da aggiungere. Berrettini non ha mai mostrato segni di eccessivo nervosismo o cedimento nel corso delle partite.
Tattica, voto 8
Forza mentale e tattica sono per certi versi due voci correlate tra loro. Al netto delle strategie collaudate, infatti, ci sono quelle che spesso un giocatore escogita a partita in corso, quando tutto è in fieri, senza essere consigliato dal proprio coach. Se un tennista è forte mentalmente è molto probabile che lo sia anche tatticamente. E Matteo ha spesso dimostrato di sapere attraversare i (pochi) momenti difficili delle partite riuscendo ad indirizzare le operazioni nel modo più conveniente e congeniale al suo tennis. Ecco, avremmo potuto parlare di servizio e dritto, ma ce’ molto altro dietro il successo del romano.
Carisma, voto 8
Berrettini si è costruito il proprio successo in sordina e tramite un duro (e specifico) lavoro, senza fare troppi proclami o dichiarazioni “sopra le righe”. Allo stesso tempo, nel corso degli anni, anche la stampa nazionale non ha mai esaltato troppo le sue qualità, forse perché non è un predestinato, forse perché non è spettacolare. Ma adesso, Matteo, facendo il suo ingresso nell’élite di questo sport, ha finalmente raggiunto una buona aura carismatica. Meglio tardi che mai.
Punteggio totale 73. E voi, cosa ne pensate?
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