Si sta per chiudere la finale dell’edizione 2022 del Roland Garros. Un’altra edizione che può essere considerata storica. Andiamo a ripercorrere allora la storia di questo magnifico evento.
La storia del Roland Garros
Il primo Championnat de France International de Paris si disputò, in una sola giornata di gare, nel 1891 sui campi del Racing Club di Parigi. Il regolamento prevedeva che vi potessero partecipare solo giocatori francesi, oppure stranieri iscritti ad un club francese. Ecco perché il primo vincitore fu il britannico H. Briggs.
Il Championnat de France International de tennis fu il precursore di quello che oggi conosciamo come Tournoi de Roland Garros, che prese ufficialmente il via nel 1925. Nel 1897 il torneo venne aperto anche alle donne e ad imporsi fra le tre partecipanti fu Adine Masson. La gara si disputò alternativamente al Racing Club e allo Stade Francais con due parentesi nel 1908 e 1909 a Bruxelles.
Inizialmente, oltre a Wimbledon, anche la competizione transalpina andò in scena su erba, ma nel 1911 si passò alla terra battuta, composta da un mix di argilla e calcare. Fu una rivoluzione epocale dal momento che cambiò profondamente il tennis, anche in virtù di un rimbalzo molto più alto e lento della palla che impose a tutti un nuovo adattamento dello stile di gioco.
Come si diceva, nel 1925 il torneo cambiò regolamento e nome diventando Internationaux de France de tennis amateur. Da quell’anno chiunque poteva gareggiare purché non fosse un professionista. Le prime otto edizioni furono dominate dai 4 moschettieri, finché nel 1933 Jack Crawford diventò il primo non francese a vincere gli internazionali battendo in finale Henri Cochet. Qualche anno prima invece, nel 1927, fu l’olandese Cornelia Bouman a svettare tra le donne senza essere nata in Francia interrompendo il dominio assoluto di Suzanne Lenglen che trionfò dal 1920 al 1926 prima di passare a professionista.
Nel 1930 partì una competizione parallela, sempre a Parigi, che si giocava nel mese di settembre e vedeva al via solo giocatori professionisti. Prima della Seconda Guerra Mondiale, il torneo vide la vittoria tra gli altri di Donald Budge e quella Dom McNaill. Poi, si ripartì ufficialmente nel 1946 e 13 anni dopo, nel 1959, Nicola Pietrangeli alzò al cielo per la prima volta la Coppa dei Moschettieri, ripetendosi l’anno successivo. Gli anni ’60 furono ‘cosa australiana’ sia in campo maschile che femminile, tra gli amateur (ultimo fu Emerson nel 1967) come tra i pro.
Dall’anno successivo, tuttavia, i due tornei si fusero ed il vincitore, Ken Rosewall, intascò il premio di 100.000 franchi. Quindi, trionfarono Laver, Kodes (2 volte), Gimeno, Nastase, Borg (2 volte).
L’era Open
La prima edizione Open fu un successo senza precedenti con la presenza di 120.000 spettatori ed un incasso record di 900.000 franchi, più del triplo dell’anno precedente.
Il 1976 rappresenta, per il tennis azzurro, una tappa fondamentale. Infatti a trionfare fu Adriano Panatta, che vanta il record di essere l’unico tennista ad aver mai sconfitto Bjorn Borg sui campi in terra rossa francese (1973 e 1976). Lo svedese dominò gli anni ’70 con ben 6 trionfi, 4 dei quali consecutivi tra il 1978 e il 1981.
Nello stesso periodo, nel circuito femminile si assistette alla più grande rivalità di sempre, quella tra Chris Evert e Martina Navratilova che vinsero 9 edizioni tra il 1974 e il 1986.
Nell’era moderna, nel maschile soprattutto, si è andata a consacrare un’estrema specializzazione dei giocatori di terra battuta con molti tennisti che hanno saputo vincere solo su questa superficie in tornei dello Slam.
Il 2010 fu un anno storico per l’Italia perché Francesca Schiavone si impose nei confronti di Sam Stosur.
L’assoluto e indiscusso protagonista dagli anni 2000 ad oggi è certamente Rafael Nadal, capace di vincere ben 13 edizioni (su 13 finali!), record difficilmente anche solo avvicinabile da chiunque.
LO “STADE ROLAND GARROS”
Quando il torneo divenne Open già da molti anni si giocava nel XVI Arrondissement di Parigi: il Roland Garros. L’impianto iniziato nel 1927 fu inaugurato l’anno successivo e prese il nome di un eroe francese, aviatore durante la Prima Guerra Mondiale celebre per aver sorvolato per primo il Mar Mediterraneo senza effettuare scali.
Il campo principale (16.000 posti) è il Philippe Chatrier, presidente della federazione francese prima e dell’ITF poi, mentre il campo 2 è intitolato alla divina Suzanne Lenglen. Famosa anche la piazza dei moschettieri con le statue in bronzo di Cochet, Borotra, Lacoste e Brugnon, realizzate dall’italiano Vito Tongiani, oltre al museo del tennis che alberga nel magnifico impianto del Roland Garros.
Albo d’Oro
Maschile – Nell’albo d’oro del Roland Garros troviamo solo i nomi di due italiani: quello di Nicola Pietrangeli, che vinse nel 1959 e nel 1960, e quello di Adriano Panatta, che invece conquistò il titolo nel 1976.
Il re indiscusso della classifica è Rafael Nadal: lo spagnolo si trova perfettamente a suo agio sui campi francesi, non a caso è colui che ha vinto più volte il titolo, ben 13 volte, dominando di netto la scena dei French Open dal 2005 al 2020, tranne che in tre edizioni, vinte rispettivamente da Federer nel 2009, da Wawrinka nel 2015 e da Djokovic nel 2016. Dopo di lui nella classifica dei più vincenti c’è lo svedese Bjorn Borg con 6 vittorie. Djokovic, invece, dopo il successo dello scorso anno, è a quota 2.
Femminile – La regina del Roland Garros è l’americana Chris Evert, che ha vinto il titolo ben 7 volte; a seguire, nella classifica troviamo la tedesca Steffi Graf, che l’ha vinto, invece, 6 volte. Negli ultimi anni si sono divise la scena Li Na, Sharapova (2 volte), Serena Williams (2 volte), Muguruza, Ostapenko, Halep, Barty e Swiatek. La campionessa in carica è Barbora Krejcikova. Per quanto riguarda le tenniste italiane, l’unica della storia a trionfare sui campi di Parigi è stata Francesca Schiavone nella memorabile edizione del 2010.
Le 3 migliori finali maschili
3) Bjorn Borg b. Ivan Lendl: 6-1, 4-6, 6-2, 3-6, 6-1 (RG 1981): dopo aver inanellato 5 Wimbledon di fila, Borg si apprestava a vincere il suo quarto sigillo consecutivo a Parigi (sesto in totale), dominando come al solito per l’intero torneo ma faticando contro un giovane di belle speranze, Ivan Lendl. Il ceco, alla sua prima finale di uno slam non sfigurò affatto, riuscendo a strappare due set allo svedese, e crollando solo alla distanza. Una finale che segnerà la fine del dominio di Borg perché sarà l’ultimo Slam che riuscirà a vincere.
2) Michael Chang b. Stefan Edberg: 6-1, 3-6, 4-6, 6-4, 6-2 (RG 1989): per molti l’impresa delle imprese. Dopo un solo anno di professionismo ed appena 17enne, il giovane asiatico, naturalizzato statunitense, Michael Chang vinse il Roland Garros del 1989. Rimase nella memoria anche la banana con la quale Chang si nutriva durante il cambio campo, ma soprattutto lo spirito battagliero che lo contraddistinse, permettendogli di trionfare contro l’esperto Edberg e di rimontare lo svantaggio di 2 set ad 1. Il suo unico trionfo nello Slam, ma ancora oggi celebrato come fra i più belli di sempre.
1) Ivan Lendl b. John McEnroe: 3-6, 2-6, 6-4, 7-5, 7-5 (RG 1984): McEnroe ara la testa di serie numero uno del torneo ed arrivò in finale con un percorso pressoché netto e sembrava fosse pronto ad alzare la coppa. Invece a ribaltare tutto ci fu il giovane Lendl, che rovesciò il pronostico e l’esito della finale. Ribaltò il punteggio di 2 set a 0 e vinse il suo primo torneo dello slam. Da ricordare fu il silenzio dello statunitense, che non proferì parola durante la premiazione e che lasciò il palco scuro in volto, tra i fischi dei francesi.
1 bis) Rafael Nadal b. Roger Federer: 6-1, 6-3, 6-0 (RG 2008): questo match è l’emblema del dominio del maiorchino. Di fronte c’era il numero uno al mondo Roger Federer, Nadal lo sconfisse in meno di due ore di gioco. Il percorso di quel Roland Garros fu immacolato, nemmeno un set perso, la sua vittoria più netta ed indiscussa.
Le 3 migliori finali femminili
3) Francesca Schiavone b. Samantha Stosur: 6-4, 7-6 (RG 2010): non sarà stata una delle partite più belle, ma per noi italiani ha un valore particolare. Mai una azzurra aveva vinto uno slam in singolare e Francesca ci regalò una favola. Indimenticabile il bacio alla terra a gara conclusa.
2) Chris Evert b. Martina Navratilova 6-3, 6-7(5), 7-5 (RG 1985): tra i tanti match disputati tra le due giocatrici questo fu di sicuro uno dei più importanti, specialmente per la carriera della Evert, che dopo dodici sconfitte di fila riuscì ad avere la meglio in uno dei duelli più appassionanti di sempre fra le due giocatrici.
1) Monica Seles b. Steffi Graf: 6-2, 3-6, 10-8 (RG 1992): quella del 1992 è considerata una delle loro sfide più belle. Non tanto per i primi due set, ma per l’agonismo dell’ultimo parziale in cui a prevalere fu Monica al termine di una lotta estenuante. Fu il terzo Roland Garros consecutivo per la jugoslava e sarà anche l’ultimo.
Curiosità
Il quinto set non prevede tie-break e quindi le maratone di diverse ore sono all’ordine del giorno. Storiche le partite tra Santoro e Clement (2004, durata 6h e 34’) e tra Lorenzo Giustino e Moutet Corentin (2020, 6h e 5’).
Due le pause: dal 1915 al 1919 a dl 1940 al 1945, a causa della prima e della seconda Guerra Mondiale. Durante il secondo conflitto bellico il Roland Garros fu trasformato in una prigione di Stato.
Guida completa – Dove vedere il Roland Garros in tv e streaming
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