John Isner ci va giù pesante con l’Atp dopo la notizia di un taglio del 60% sul montepremi del master1000 di Miami rispetto alla scorsa stagione (80% in meno per il vincitore rispetto al 2019). I problemi con i prize money sono emersi già durante gli Australian Open, dove gli introiti per i migliori giocatori del mondo sono notevolmente calati.
Le pesanti critiche verso la federazione
John Isner ha criticato aspramente la federazione per gli ingenti tagli nei montepremi del torneo di Miami e ha espresso le sue idee su Twitter.
“L’Atp è un sistema marcio. I giocatori e i tornei (nella veste di partner) devono lavorare insieme, ma tagli del 60 e 80% in uno dei maggiori tornei che può guadagnare dai diritti tv, statistiche, sponsorizzazioni e scommesse non significa lavorare insieme.
Il tennis si sta comportando come uno sport di scarso rilievo. Non lo sto paragonando al blasone dell’Nba, Nfl, Mlb e Pga, ma andiamo oltre. Diamo un’occhiata a come sono strutturati, a come si organizzano e come stanno affrontando questo periodo. Il tennis è marcio per conflitti interni e mancanza di trasparenza.
In questo modo i tennisti devono tagliarsi gli introiti del 60% e il vincitore addirittura dell’80%. Ma per quale motivo gli organi dell’Atp hanno i salari intatti? Se me lo spiegaste, vi sarei grato. Tutto molto ipocrita, non trovate?”.
Una cosa positiva ci sarà, però, a Miami. Potremo tornare ad ammirare i Big Three nello stesso torneo. Salvo imprevisti, prenderanno parte al primo master1000 dell’anno Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic.
I commenti sono chiusi.