Il Covid, gli Slam, ora i giudici di linea: è scontro aperto tra Nadal e Djokovic
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Ultimamente Rafael Nadal e Novak Djokovic la vedono in maniera differente su tutto. E’ dai tempi del primo lockdown, in particolare, che le mosse del serbo non convincono affatto lo spagnolo. Il quale, soprattutto negli ultimi giorni, non gliele manda a dire.

Il primo motivo di frizione tra i due campionissimi risale proprio a quando Nole organizzò l’Adria Tour, il torneo-esibizione tenutosi nelle repubbliche della ex Jugoslavia, che si rivelò un disastro dal punto di vista della sicurezza sanitaria, con spettatori accalcati sulle tribune senza nessuna protezioni, e giocatori poco accorti, senza alcuna precauzione sia dentro che fuori dal campo (e infatti, quasi tutti contagiati).

In generale l’approccio di Djokovic nei confronti dell’emergenza Covid e alcune sue dichiarazioni hanno fatto più volte storcere il naso a Nadal, senza però portarlo a esternazioni troppo dirette. Si può dire che, in questo caso, ha fatto parlare i comportamenti, decisamente più accorti rispetto a quelli del collega.

Diversa, invece, è stata la reazione all’iniziativa guidata da Novak che ha portato alla formazione di una nuova associazioni di giocatori, la PTPA, esterna e in contrasto all’Atp, giudicata da Rafa (e da Roger Federer) come un gesto platealmente e ingiustificatamente ostile, provocatorio e poco costruttivo, specialmente in un momento in cui si richiede grande unità a chi guida il tennis mondiale e ai giocatori simbolo di questo sport.

Su questo Nadal ha usato parole dure e da quel momento ha contestato quasi tutte le idee di “riforma del tennis” avanzate da Djokovic. Nei giorni scorsi la polemica si è concentrata sull’idea di Nole, avversata da Rafa, di “giocare tutti i tornei, compresi quelli del Grande Slam, al meglio dei tre set”.

L’ultima stoccata, invece, si è concentrata sulla proposta di eliminare dal campo la presenza dei giudici di linea, secondo il serbo ormai superati dalla tecnologia (come dimostrato in alcuni tornei in questa fase di emergenza). Anche su questo Nadal si è detto contrario: “Certo, dal punto di vista tecnologico sarebbe possibile, e certo, il tennis deve essere riformato e guardare al futuro. Semplicemente non credo che togliere umanità al tennis sia il modo più indicato per migliorarlo, anzi”.

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