Il tennista russo, reduce da un lungo periodo davvero opaco, rivendica il suo percorso nel circuito ATP: parole sorprendenti
Chissà cosa sarebbe successo se quel 28 gennaio 2024, anziché farsi rimontare due set di vantaggio da uno Jannik Sinner che proprio quel giorno vinse il suo primo Slam dando il via alla cavalcata trionfale verso la vetta del ranking mondiale, avesse portato a casa il trofeo di campione degli Australian Open.

Chissà se ora staremmo parlando nei termini attuali di un tennista che, già designato tanti anni fa come rappresentante di quella nuova generazione (quella comprendente anche Tsitsipas e Zverev) che avrebbe dovuto porre fine all’egemonia dei ‘Big Three‘, non ha risposto pienamente alle alte aspettative riposte sul suo conto.
E dire che Daniil Medvedev, il miglior prodotto del tennis russo degli ultimi decenni, si è anche tolto la non banale soddisfazione di vincere gli Us Open, stroncando il sogno di Novak Djokovic di completare, nello stesso anno, il Grande Slam. Correva la stagione 2021: il moscovita si era già affacciato all’ultimo atto di un Major nel gennaio dello stesso anno, perdendo la finale a Melbourne, e ne 2019, quando contese a Rafa Nadal la vittoria a New York, salvo perdere poi al quinto set.
Finalista in Australia anche nel 2022 e nella succitata sfida con Jannik di 15 mesi fa, Medvedev – oggi addirittura numero 11 del ranking – non vince un titolo ATP da ben due anni: proprio a Roma, su quella terra rossa mai amata, è arrivata l’ultima gioia per il divisivo giocatore. Che oggi, parlando al portale ‘Championat‘, ripercorre gli alti e i bassi della sua onorevole carriera.
Medvedev gonfia il petto: “Chi lo avrebbe mai detto?”
“Quello che mi piace della mio percorso da professionista è che, mi abbiate visto a 14, 18 o 21 anni, ho sempre giocato un tennis decente, e penso che nessuno al mondo credesse che sarei diventato il numero uno e avrei vinto un Grande Slam“, ha puntualizzato il russo di fronte alle recenti critiche degli addetti ai lavori.

“Il mio momento? “È una questione di fiducia, non si tratta più di tennis, né di allenamento, ma di fiducia in se stessi. Questa avviene con le vittorie, quindi dobbiamo vincere. È sempre bello essere testa di serie. Ti garantisce sorteggi migliori, hai giocatori che giocano alla grande ma che magari non riescono sempre a mantenere il loro livello per tutta la durata del match. Però occorre migliorare questa classifica“, ha poi concluso.
Spunta un nome a sorpresa: Sinner ed Alcaraz ora tremano