Il tennista romano pensa in grande dopo aver vinto il primo titolo in carriera a Bucarest: il sogno è presto svelato
Dopo tanti tentativi, dopo ottimi piazzamenti, dopo essersi tolto anche la soddisfazione di esordire con la maglia azzurra in Coppa Davis, vincendo (dopo aver perso al debutto) il secondo incontro disputato, Flavio Cobolli ce l’ha fatta a conquistare il primo titolo ATP della sua carriera.

È accaduto in quel di Bucarest, la prima settimana di aprile, grazie all’affermazione in finale contro l’argentino Sebastian Baez, un vero specialista del ‘rosso’. Tornato subito in campo la settimana successiva per il prestigioso appuntamento di Monte Carlo – torneo che ha visto poi lo splendido cammino di Lorenzo Musetti, spintosi fino all’ultimo atto – il grande amico di Matteo Berrettini è uscito al secondo turno per mano del talento francese Arthur Fils, pagando forse oltremodo le fatiche in terra rumena.
Non è andata molto meglio neppure a Monaco di Baviera, nell’ATP 500 dell’omonima località: sconfitto al primo turno, dopo aver vinto il set di apertura, dal kazako Shevchenko. Nonostante le recenti difficoltà però, Cobolli sembra finalmente esser tornato quello che ha brillato lungo tutto il 2024, anno che lo ha visto toccare il suo best ranking (30esima posizione) al culmine di una stagione da vero stakanovista del circuito.
Cobolli, il traguardo è tracciato: il tennista non vuole fermarsi
Intervenuto al podcast ‘Tennismania‘ di OaSport, il classe 2002 nato a Firenze ma cresciuto a Roma – e tifosissimo della squadra giallorossa – si è raccontato nel corso di una lunga chiacchierata partita dalle origini per la passione del tennis agli obiettivi da conseguire se non nell’immediato, quanto meno in tempi relativamente brevi.

“Fino a 14 anni ho giocato a calcio e pensavo di diventare un giocatore. La mia famiglia mi ha sempre appoggiato, fino a 16 anni mi hanno sempre detto di divertirmi. Non mi hanno fatto mai pesare le sconfitte, sono sempre stati molto attenti nel lasciarmi vivere la mia vita. Oggi, invece, vedo tante famiglie che pressano i propri figli, in qualsiasi modo: nei risultati, nella costanza, nelle sconfitte. Invece, bisognerebbe dare il giusto peso agli errori“, ha detto saggiamente Cobolli.
“Devo migliorare, delle volte non riesco ancora a gestirmi. Proprio perché sono autocritico ai massimi livelli, pretendo sempre molto dal sottoscritto. Alcune volte vorrei poter vincere o lottare di più, ma non sempre ci riesco“, ha proseguito.
“Penso di aver fatto una stagione incredibile l’anno scorso e non ce lo aspettavamo. Sono arrivato a un punto in cui spero di poter crescere migliorando il ranking rispetto all’anno scorso. Vorrei giocare i grandi tornei come testa di serie, ovviamente, ed entrare nei primi venti del mondo. Però non ho obiettivi a breve termine. Ho tante lacune tecniche, secondo me, e devo limare queste cose per crescere ancora di più. Musetti? Siamo cresciuti insieme e sono contento dei risultati che sta ottenendo. Lo ammiro perché è sempre stato una persona umile. Lo prendo sempre come riferimento“, ha poi concluso il tennista.