Il tennista, protagonista di un avvio di stagione contrassegnato da troppe sconfitte, sta ritrovando la forma migliore. i numeri non mentono
Dopo aver chiuso il 2024 – finora l’annata migliore della sua ancor giovanissima carriera – intorno alla 30esima posizione del ranking ATP – Flavio Cobolli, il 22enne romano grande amico di Matteo Berrettini, non ha iniziato la nuova stagione col piede giusto.

Forse ancora stanco, soprattutto mentalmente, dopo le fatiche di un calendario davvero massacrante – il tennista non si è davvero risparmiato, partecipando anche alla United Cup di fine 2024 – Cobolli ha collezionato una serie incredibile di sconfitte al primo turno. Se si eccettua il torneo di Phoenix, tra l’altro un Challenger, lo stesso che vide il ritorno in campo di Berrettini nel 2024 dopo un’assenza di oltre sei mesi, il grande tifoso romanista ha sempre perso al match di esordio. Anche contro avversari molto inferiori nella classifica mondiale.
La svolta, attesa tanto dal tennista quanto dal suo staff, è però arrivata nel torneo di Bucarest, sede dell’ATP 250 in corso di svolgimento nella capitale romena. Dopo aver sconfitto, non senza soffrire, una vecchia gloria come Richard Gasquet – piegato 6-1 al terzo set – Flavio ha vinto anche il match di quarti di finale contro l’austriaco Misolic, mostrando una ritrovata vena tecnica.
Prima della kermesse nell’Est europeo, Cobolli era sceso fino alla 45esima posizione ma, approfittando della classifica davvero corta tra la 35esima e la 45esima piazza, sono bastate due vittorie per fare un significativo salto in graduatoria.
Cobolli ‘on fire’: il nuovo ranking parla chiaro
Scorrendo il sito dell’ATP nella sezione dedicata agli aggiornamenti in tempo reale del ranking, il tennista azzurro ha già scalato ben 7 posizioni, attestandosi alla posizione numero 38. Ma il bello potrebbe essere dietro l’angolo.

Il prossimo match in calendario, che se vinto garantirebbe al classe 2002 l’accesso alla finale della competizione romena, sarà contro il non irresistibile, almeno sulla carta, bosniaco Džumhur, numero 64 del ranking mondiale.
Considerando gli esigui punti che lo separano attualmente dalla 33esima posizione occupata, ironia della sorte, dal già citato ‘The Hammer’ – al secolo Matteo Berrettini – se Cobolli dovesse vincere il torneo di Bucarest si attesterebbe a quota 1500 punti. Ad appena 30 lunghezze di distanza dal connazionale, pronto magari a scavalcarlo nelle prossime competizioni sulla terra rossa. Non certo la superficie preferita da un amante dell’erba come il finalista di Wimbledon 2021.