Tornato a far parlare di sé per una ritrovata forma in campo, il fuoriclasse serbo è oggetto di un retroscena incredibile
Ci sono stati 10 minuti, quelli delle prime battute del match contro Lorenzo Musetti a Miami, in cui Djokovic sembrava già allo stremo. Col fiatone, con le mani che toccavano la sofferente coscia, ed anche in aperta polemica col giudice di sedia, che gli aveva appena comminato un warning per violazione dello ‘shot clock‘. Mai impressione fu più sbagliata.

Da quel momento la leggenda serba ha sciorinato un tennis che forse non si vedeva dai quarti di finale di Melbourne contro Carlos Alcaraz, quando rimontò, seppur in condizioni precarie, il talento spagnolo.
Atteso ad un’altra incredibile impresa nella sua carriera – il nativo di Belgrado insegue ancora il 100esimo titolo ATP da professionista – Nole è salito alla ribalta delle cronache anche per l’ormai celebre causa intentata dal PTPA, il sindacato dei giocatori nato anche se non soprattutto grazie al suo impegno, contro ATP, WTA, ITF ed ITIA.
Il direttore esecutivo di PTPA, Ahmad Nassar, ha parlato di un tennis ‘rotto’, perché ‘dietro la facciata glamour delle associazioni sportive citate in giudizio, che operano come un cartello, implementando una serie di restrizioni anticoncorrenziali draconiane e interconnesse, nonché pratiche abusive, i giocatori sono intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, limita i loro guadagni e mette a rischio la loro salute e sicurezza‘, si legge nella dichiarazione d’intenti della citazione in giudizio.
Parole davvero forti, dalle quali il serbo si è almeno parzialmente discostato, senza per questo sottolineare la necessità del movimento dei giocatori di marciare uniti nel far rispettare i loro diritti. Soprattutto per i tennisti meno ricchi e famosi.
Djokovic, arriva la difesa di Ivanisevic: “Era pronto a tutto”
È passato ormai un anno dalla clamorosa separazione tra Djokovic e Goran Ivanisevic, l’ex campione croato che gli ha fatto da coach per 5 lunghi anni conditi da grandi successi. A dispetto di voci che vorrebbero un grande litigio tra i due alla base dell’interruzione del rapporto professionale, i due slavi sono rimasti in ottimi rapporti.

A dimostrazione di ciò valgano per tutti le parole del vincitore di Wimbledon 2001, che ha elogiato il suo ex assistito nel corso di “Failure of the Champion“, il programma condotto dal connazionale ed ex calciatore Slaven Bilic.
“Sulla questione Covid Nole è stato condannato, attaccato, deriso. Ma non ha mai vacillato. Nemmeno un secondo. E oggi possiamo dire che forse aveva ragione lui“, ha dichiarato l’ex allenatore del numero uno del mondo.
“Mentre tutti si piegavano, mentre il mondo si comportava come un gregge, lui si è alzato in piedi da solo, ha detto no e ha pagato il prezzo. Ma con la schiena dritta. Novak Djokovic era pronto a lasciare la sua carriera per rimanere fedele ai suoi principi. Nessun altro atleta d’élite l’avrebbe fatto. Siamo stati chiusi come pecore per tre anni, manipolati. Ora cominciano a emergere anche problemi legati a quei vaccini, ma all’epoca guai a parlarne. Novak non ha mai detto a nessuno di non vaccinarsi. Noi nel suo team l’abbiamo fatto tutti. Lui no. E ha accettato le conseguenze, anche quelle più pesanti, come saltare gli Australian Open del 2022 o altri tornei importanti“, ha detto con orgoglio il grande Goran.
Le parole di Darderi commuovono i tifosi italiani, che annuncio