Il tennista piemontese, rientrato nella Top 40 grazie all’exploit di Melbourne, ha parlato dell’amico Jannik: aperto il dibattito
Forse aspettavano tutti l’altro Lorenzo, Musetti, chiamato a dare un segnale in un torneo, parliamo dell’Happy Slam di inizio stagione, vinto quando era ancora uno Juniores e poi avarissimo di soddisfazioni nella sua carriera da professionista.

Invece, a sorpresa, si è materializzato lui. Il Lorenzo di Torino, Sonego, quello che sembrava in una fase involutiva certificata anche dall’esclusione dalla convocazione di Malaga per la Coppa Davis 2024. Proprio lui che l’anno prima, assieme a Jannik Sinner, aveva contribuito grandemente a riportare l’Insalatiera in Italia dopo 47 anni di assenza.
Raggiunti i quarti di finale a Melbourne, sconfitto in quattro set, non senza rimpianti ma lottando strenuamente, Sonego si è ripreso la classifica che la sua resilienza meritava. Rientrato nei primi 40 del ranking mondiale, il piemontese ha poi avuto un andamento un po’ altalenante nei tanti tornei successivi agli Australian Open.
Complici dei sorteggi non proprio benevoli nelle competizioni a cui ha partecipato da febbraio in poi (Rune, Tsitsipas e Taylor Fritz, tra gli altri, sulla sua strada) il 29enne azzurro non si è spinto oltre i trentaduesimi di finale nemmeno a Miami, sconfitto per l’appunto dal finalista degli ultimi Us Open, padrone di casa, tra l’altro.
Intervenuto a margine del Masters 1000 in Florida, Sonego ha toccato anche l’argomento Sinner. Prima, all’alba del torneo, per affermare che senza l’altoatesino in tabellone, sarebbe potuto succedere di tutto. In seguito, per parlare del clima che si respira nel circus stante la squalifica dello stesso leader del ranking.
Sonego a cuore aperto: “C”è il timore che possa succedere anche a noi”
“Con Jannik ci siamo sentiti perché ho cercato di stargli vicino quando è stata ufficializzata la sospensione. Per quanto riguarda noi italiani invece, diciamo che continuiamo a cercare di fare quello che abbiamo fatto e che stiamo continuando a fare negli ultimi anni. Ovvero provare ad andare in fondo nella maggior parte dei tornei, consolidando così la nostra presenza nelle posizioni più alte del ranking“, ha esordito.

“Ora posso dire affermate che l’argomento Sinner non si stia affrontando più di tanto. Ovviamente c’è sempre però la paura che possa succedere la stessa cosa ad uno di noi, e che quindi questo possa penalizzarci nel nostro percorso di atleti e di uomini“, ha poi concluso Sonego non nascondendo una punta di preoccupazione.