Il campione serbo non si è potuto esimere dall’intervenire sulla questione della causa legale intentata dal PTPA contro i vertici del tennis
Per qualcuno la cosa è sfuggita di mano. Per altri addirittura il fuoriclasse avrebbe lanciato il sasso e poi nascosto la mano. Di certo quello che sta accadendo in queste ore, dopo l’ufficializzazione dell’azione legale del sindacato dei tennisti – il PTPA che Novak Djokovic ha enormemente contribuito a costituire già da qualche anno – contro i vertici istituzionali del nobile sport con la racchetta, sta monopolizzando l’opinione pubblica.
“Non sono d’accordo su tutto quello che è presente nel comunicato. Alcune formulazioni erano piuttosto forti ma immagino che il team legale sappia ciò che sta facendo e che tipo di terminologia si debba usare per dare l’effetto giusto“, ha avuto modo di dire il nativo di Belgrado nei giorni scorsi dopo la pubblicazione delle motivazioni, e del linguaggio utilizzato, della causa intentata contro ATP, WTA, ITF ed ITIA.
“Gli organi di governo corrotti del tennis abusano, mettono a tacere e sfruttano sistematicamente i giocatori per ottenere profitti personali attraverso il controllo monopolistico. Una situazione che ha danneggiato i giocatori, i tifosi e lo sport, rappresentando una grave minaccia per il suo futuro“, il passo più aggressivo che nemmeno lo stesso Nole si sarebbe aspettato.
Inevitabile, a questo punto, la puntualizzazione del tennista. Che non ha affatto fatto marcia indietro, battendo però il tasto su quello che è il suo reale obiettivo, già declamato ampiamente nei mesi scorsi alla stampa.
Djokovic sulla causa legale del PTPA: “Ecco cosa vogliamo”
Intervenuto in conferenza stampa dopo il vittorioso match d’esordio a Miami contro l’australiano Rinky Hijikata, il 24 volte campione Slam è entrato senza paura nell’argomento. Dichiarazioni importanti, che dimostrano come la sua battaglia sia effettivamente solamente all’inizio. E che, nei suoi desideri, ci sia quello di un fronte unito di tutti i giocatori a difesa dei loro diritti.
“Il tennis è il terzo sport più popolare al mondo ma è solamente il nono in termini di distribuzione dei montepremi degli atleti. Questo deve cambiare, perché se più atleti potranno vivere di tennis ci ritroveremo con più giocatori e potremo dar loro un futuro“, ha esordito il fuoriclasse.
“Non sono mai stato un sostenitore della divisione nel nostro sport, ma ho sempre lottato per una migliore rappresentanza e influenza. Spero davvero che tutti gli organi di governo, PTPA inclusa, si uniscano e risolvano questi problemi“, ha poi concluso l’ex numero uno del ranking mondiale.
