Mentre il torneo di Miami va avanti regalando anche inaspettate sorprese e gradite conferme, lo spagnolo guarda al futuro: proposta shock
Reduci dalla kermesse di Indian Wells, dove parecchi tennisti hanno lamentato una lentezza dei campi che pare ormai essere una costante del prestigioso torneo californiano, i big del circuito – o quelli che restano, considerando la morìà di teste di serie che il tabellone ha mietuto – si danno battaglia a Miami in Florida, per la competizione che chiude il ‘Double Sunshine‘ in terra americana.

Con Carlos Alcaraz già inopinatamente fuori, anche Andrey Rublev e il recente vincitore di Indian Wells Jack Draper hanno salutato la truppa, non arrivando nemmeno alla seconda settimana di partite. In alcuni match i servizi sono tornati a farla da padroni, sfruttando appunto la velocità dei campi nello splendido impianto della città statunitense.
Eloquente, in tal senso, il dato della sfida tra l’idolo di casa Reilly Opelka ed Holger Rune, il cui esito ha costituito un’altra delle tante sorprese del torneo: 21 gli aces per il gigante statunitense, capace di piegare la resistenza del danese a suon di servizi vincenti. Attenzione, però: non ditelo a Toni Nadal, mitico zio dell’indimenticato Rafa nonché suo coach per ben 17 anni, che sul discorso relativo alla potenza e all’importanza (per lui eccessiva) dei servizi nel tennis moderno ha costruito una proposta già diffusa pubblicamente ben prima della cascata di aces rilevata a Miami in diversi incontri disputati.
Toni Nadal, arriva la proposta che non ti aspetti
Intercettato dal quotidiano ‘Le Monde‘, l’allenatore iberico ha parlato dell’evoluzione del gioco e delle prospettive future dello stesso, arrivando a fare delle considerazioni particolari, scatenanti delle conclusioni altrettanto sorprendenti.

“Nel tennis la dimensione della rete è immutabile, mentre l’altezza media dei giocatori del circuito è aumentata dai 175 cm dei miei tempi ai 190 di oggi. E i tennisti sono anche più potenti. Suggerisco quindi di ridurre la dimensione delle racchette, perché la natura stessa del gioco è cambiata“, ha affermato Toni.
“Riuscite ad immaginare – il riferimento è ai tanti ‘bombardieri’ del circuito – una partita di calcio che inizi con un rigore? Sarebbe un po’ assurdo. Questo però è un po’ quello che succede nel tennis perché i servizi sono sempre più dominanti. Ed è sempre più difficile giocare per chi è in risposta. Ad esempio, di fronte ad un giocatore come Giovanni Mpetshi Perricard, che serve le sue seconde palle a 220 km/h, non c’è altra tattica possibile se non quella di lasciar passare la tempesta“, ha concluso l’iberico.
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