Novak Djokovic attacca platealmente Sinner, adesso non ci sono più dubbi: cosa è successo, i tifosi restano a bocca aperta
Tiene banco nel mondo del tennis il comunicato della Professional Tennis Player Association, l’associazione dei giocatori creata da Djokovic e Pospisil che si propone l’obiettivo, non proprio banale, di rendere il tennis uno sport più equo e giusto. Per la prima volta in maniera ufficiale, negli ultimi giorni Nole è andato all’attacco delle principali federazioni, ATP, WTA, ITF e ITIA, mettendo in risalto molte contraddizioni e criticità del mondo del tennis. E coinvolgendo, in un certo senso, anche Jannik Sinner.

Per qualcuno quella contro il numero uno al mondo è diventata una vera e propria crociata da parte di Djokovic e della sua associazione. Quasi come se il serbo volesse attaccare il giocatore che lo ha, di fatto, soppiantato, per trarne ancora qualche vantaggio negli ultimi scampoli di carriera. E una lettura del genere, d’altronde, l’ha ampiamente alimentata lo stesso Nole avvicinandosi negli ultimi tempi anche pubblicamente a Nick Kyrgios, autoproclamatosi nemico numero uno di Sinner.
Le cose però potrebbero essere diverse da come sembrano. Perché, al di là di ogni dietrologia, la PTPA non sembra tanto interessata a danneggiare Sinner come giocatore, quanto invece ad attaccare le federazioni per la gestione arbitraria e non oggettiva dei casi doping. Una gestione che ha danneggiato, stando a quanto riferito dall’associazione guidata da Nole, anche lo stesso Sinner.
Djokovic contro Sinner, si torna a parlare del caso doping: cosa è successo
Quella della PTPA e di Djokovic non è e non vuole in alcun modo essere una crociata contro Sinner. Vuole invece essere una battaglia per la giustizia, a prescindere dal fatto che una sentenza giusta possa favorire o sfavorire un determinato giocatore. Almeno è così che l’associazione ha voluto presentare la questione attraverso le parole del proprio direttore esecutivo, Ahmad Nassar.
“Sul caso Sinner siamo stati coerenti fin dall’inizio“, ha spiegato Nassar, senza troppi giri di parole: “Lui è vittima di un trattamento ingiusto da parte di un programma antidoping fuori controllo, illegale e che non è adatto a raggiungere lo scopo che si prefissa“.

In altre parole, il sistema dell’antidoping non funziona e il caso Sinner ne è solo la dimostrazione più chiara ed evidente, in quanto ha coinvolto quello che attualmente è il miglior giocatore al mondo: “Per risolvere una situazione iniqua nei suoi confronti non è stato giusto però trattarlo in maniera ancora più ingiusta. Ogni sentenza dovrebbe essere in linea con quanto accaduto agli altri giocatori“.
Il discorso è piuttosto chiaro. Secondo la PTPA, Sinner è innocente, come molti altri giocatori prima e dopo di lui, vittima di un sistema iniquo e inutile. Tuttavia, nella gestione della sentenza Sinner ha ricevuto indubbiamente un trattamento diverso, di favore potremmo dire, rispetto a molti rivali meno mediaticamente esposti. E anche questo è, secondo l’associazione, scorretto.
“Se un giocatore fosse esente da colpa come nel caso di Sinner, realtà stabilità prima dall’ITIA e poi dalla WADA, come è possibile che ci sia voluto comunque un anno per risolvere il caso e che si sia arrivati comunque a una sospensione di tre mesi per un giocatore giudicato innocente?“, è la domanda conclusiva di Nassar. Ed è in fin dei conti la stessa domanda che si sono posti tutti negli ultimi mesi, da quando il caso Clostebol è venuto a galla. Compresi gli stessi tifosi di Sinner.