Squalifica Sinner, ancora un colpo di scena: “Non lo ha fatto”

Emergono nuovi retroscena sul lungo caso Clostebol che ha tormentato Jannik Sinner per quasi un anno: rivelazione choc

Una telenovela, o forse sarebbe meglio dire un incubo, che ha occupato come un macigno la testa del campione per 11 lunghissimi mesi. Con annessa beffa dell’aver creduto, nello scorso agosto, che tutto fosse finito. Che le paventate terribili conseguenze (anche quelle relative alla sua immagine) fossero state allontanate per sempre.

Jannik Sinner in conferenza stampa
Squalifica Sinner, ancora un colpo di scena: “Non lo ha fatto” (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Trovato positivo ad un controllo antidoping effettuato sui campi di Indian Wells – dove attualmente si sta giocando un ‘polemico’ Masters 1000 – Jannik Sinner si era sostanzialmente autodenunciato raccontando tutto per filo e per segno ai giudici di un tribunale indipendente chiamato a pronunciarsi su direttiva dell‘ITIA, l’International Tennis of Integrity Agency. Che, come noto, aveva derubricato il caso confermando l’estraneità dei fatti all’atleta, ‘vittima’ della superficiale negligenza del preparatore atletico personale Umberto Ferrara e di Giacomo Naldi, il fisioterapista di fiducia.

Sembrava finita dunque con la sola perdita dei 400 punti raccolti nel torneo californiano e con un’ammenda di 300mila euro, ma in pochi avevano fatto i conti con l’immancabile WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping che ha chiesto un riesame del caso.  Arrivando perfino a chiedere una squalifica fino a due anni per il campione.

Il caso, com’è noto, si è poi risolto lo scorso 15 febbraio col patteggiamento di tre mesi di stop accettato dal fuoriclasse e dell’organismo istituzionale. Ma coloro che in prima battuta avevano di fatto assolto Jannik sono tornati a far sentire la loro voce. Una presa di posizione che per molti ha anche il sapore della beffa.

Caso Clostebol, l’ITIA insiste: “Jannik non ha violato le norme”

Intervenuta ai microfoni dell’agenzia AFP, la direttrice generale dell’ITIA Karen Moorhousen ha chiarito la posizione già assunta in prima battuta sul caso Sinner, confermando di fatto come il polverone alzatosi sul campione azzurro non avesse e non abbia motivo di esistere.

Jannik Sinner a Melbourne
Caso Clostebol, l’ITIA insiste: “Jannik non ha violato le norme” (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Sia nel caso di Sinner che in quello di Swiatek le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto dalle nostre normative e poiché il ricorso ha avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche. Se avessimo fatto le cose in maniera differente ci saremmo trovati ad infrangere le nostre stesse regole“, ha esordito.

Le nostre regole si basano sul Codice mondiale antidoping, che elenca diversi reati che possono essere commessi dall’entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente. Ma la maggior parte dei reati in questione implicano un’intenzione di doparsi. Nella vicenda Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto, non c’era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessun membro del suo entourage. Non c’è stata, insomma, alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis, che si rifà al Codice mondiale antidoping“, ha concluso la dirigente.

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