Netta presa di posizione da parte di Alex De Minaur, le sue parole sono chiarissime: ecco cosa ha detto riguardo il caso di Jannik Sinner
La stagione di tennis va avanti e i tornei continuano a susseguirsi, ma tra appassionati ed addetti ai lavori tiene ancora fortemente banco il caso doping che ha visto protagonista il nostro Jannik Sinner. Il patteggiamento tra l’azzurro e la Wada sembrerebbe infatti addirittura aver gettato benzina sul fuoco, nonostante la controversa vicenda sia ormai ufficialmente andata in archivio con una squalifica di tre mesi.

Il problema è che in molti ritengono che nella gestione della vicenda vi siano state palesi incongruenze da parte degli organi competenti. Per la precisione, una disparità di giudizio volta a tutelare l’attuale numero uno al mondo, che rispetto ad altri avrebbe ricevuto un trattamento di favore.
In realtà, non è propriamente così. Anzi, semmai è vero il contrario, dato che Jannik non ha mai riscontrato benefici dall’agente dopante (il Clostebol) capitato in maniera fortuita all’interno del suo corpo (il fisioterapista gli ha effettuato un massaggio, senza guanti, dopo aver utilizzato una crema che contiene la sostanza in questione). Ne è la dimostrazione il fatto che anche Ross Wenzel, General Counsel della Wada, ci ha tenuto a precisare: “Qualsiasi cosa la gente possa pensare di questo caso, è chiaro che questo non è un caso di doping o di comportamento scorretto. Penso che sia necessario capire bene questo fatto”.
Caso Sinner-Clostebol, De Minaur non ci sta: le sue parole
La verità è che il classe 2001 altoatesino è stato semplicemente punito per negligenza, in quanto – come prevede il regolamento sportivo anti-doping – avrebbe dovuto prestare più attenzione alle azioni del suo staff. Si tratta di un aspetto cruciale, che in tanti non considerano o fanno finta di ignorare, non è ancora ben chiaro per quale motivo. È il caso ad esempio di Alex De Minaur, top-10 del ranking mondiale, che si è espresso in merito nella conferenza stampa alla viglia dell’Atp 500 di Dubai.

L’australiano, infatti, come molti altri, ha affrontato il tema in maniera perplessa e senza nascondere un po’ di amarezza su come si sia chiusa la vicenda. “È qualcosa che non abbiamo mai visto prima. In passato le sanzioni andavano da uno a due anni o anche di più. C’era lo stesso trattamento se qualcuno risultava positivo alla stessa sostanza“, ha commentato il numero 8 al mondo.
Insomma: sarà il parziale di 10-0 in favore di Jannik negli scontri diretti, sarà un po’ di ignoranza riguardo il reale andamento dei fatti, ma anche il buon Alex si è aggiunto alla schiera scettico-complottista capitanata dall’irriducibile connazionale Nick Kyrgios.
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