Mondo del tennis senza parole per un’ultim’ora che riguarda l’ex numero 1 del mondo, Novak Djokovic: ecco cos’è successo
Dopo i ko al secondo turno degli Open d’Australia e al primo turno dell’Atp 500 di Rotterdam, Matteo Berrettini si è riscattato alla grande. Il romano, infatti, al primo turno dell’Atp Qatar Open ha battuto Novak Djokovic, n.3 del seeding e n.7 del ranking Atp, per 7-6 (4); 6-2 in un’ora e 35 minuti di gioco.

Dopo la vittoria al tiebreak del combattutissimo primo set, Berrettini ottiene il break al 2° gioco del secondo set. Nella seconda frazione Djokovic barcolla ma resta in partita senza però trovare spunti sul servizio di Berrettini che conquista il secondo e definitivo break all’ottavo game.
Per “The Hammer” è il primo successo contro l’ex numero 1 del mondo in 5 confronti diretti tra cui la finale dell’edizione del 2021 di Wimbledon. Tuttavia, l’exploit del ‘bombardiere’ romano è offuscato da un’ultim’ora che riguarda il fuoriclasse serbo e che ha lasciato di stucco il mondo del tennis.
Djokovic sul caso doping di Sinner: “È una cosa che troviamo strana”
Jannik Sinner, come è noto, ha patteggiato con la WADA tre mesi di squalifica per chiudere il caso ‘Clostebol’ senza arrivare alla sentenza del Tas di Losanna presso cui pendeva il ricorso inoltrato dall’Agenzia mondiale antidoping contro la sua assoluzione decretata dall’ITIA.
Caso chiuso, dunque, eppure tale colpo di scena non ha spento le polemiche, anzi. Nick Kyrgios e Kafelnikov sono tornati alla carica, con il russo che ha dichiarato che se fosse ancora in attività si rifiuterebbe di giocare contro Sinner, mentre Stan Wavrinka ha fatto eco loro postando su ‘X’ “Non credo più in uno sport pulito“.

Anche Djokovic, nel corso della conferenza stampa a Doha, si è pronunciato sulla questione: “Sembra quasi che tu possa influenzare il risultato se sei un giocatore di alto livello, se hai accesso ai migliori avvocati. Sinner e Swiatek sono innocenti, è stato dimostrato. Jannik avrà una sospensione di tre mesi per alcuni errori e negligenze di alcuni membri del suo team che stanno comunque lavorando nel tour. Questa è anche una cosa che io personalmente e molti altri tennisti troviamo strana“.
Insomma, il serbo, anche sulla base delle opinioni dei colleghi, raccolte nella sua qualità di fondatore della PTPA, il ‘sindacato’ dei tennisti professionisti, lascia intendere che Sinner abbia goduto di un trattamento di favore: “Ho parlato con diversi tennisti nello spogliatoio, non solo negli ultimi giorni ma anche nei mesi precedenti. La maggior parte di loro non è contenta del modo in cui si è sviluppato l’intero processo e non lo ritiene giusto. Molti di loro ritengono che ci siano stati favoritismi“.
Del resto, “abbiamo visto i casi di Simona Halep e Tara Moore e di altri giocatori forse meno noti che hanno lottato per anni per risolvere i loro casi o che sono stati sospesi per molto tempo. Bisogna tenere a mente che Sinner e Swiatek erano i numeri uno all’epoca“, ha concluso l’ex numero 1 del mondo.