L’addio a Jannik Sinner può permettere a Berrettini di far festa: uno stranissimo incrocio che vede protagonisti i due grandi interpreti del tennis azzurro
Oltre ad essere compagni in Nazionale, entrambi splendidi protagonisti nella super vittoria di Malaga dello scorso novembre, Berrettini e Sinner sono anche grandi amici lontano dal campo di tennis. Un rispetto reciproco che li ha sempre visti camminare uno a fianco all’altro.

In un primo momento è stato Berrettini a trascinare il tennis azzurro fuori dall’oscurità del passato. La sua finale a Wimbledon contro Djokovic, nel 2021, è stata una gemma da incastonare in una carriera costellata da mille infortuni. Il potenziale del giocatore romano si era intravisto sin dagli anni precedenti e sull’erba l’ha portato a vincere per due volte il torneo del Queen’s. Una serie di record che purtroppo non sono stati incrementati nell’ultimo periodo a causa di molti, troppi problemi di natura atletica e mentale. La zampata del campione è arrivata però in Coppa Davis, la stessa competizione che era stato costretto a saltare nel 2023 per il solito infortunio.
La scorsa edizione porta la firma anche di Matteo Berrettini, bravissimo anche nel doppio decisivo con l’Argentina al fianco di Sinner. L’ex top ten sta cercando di tornare ai suoi massimi livelli e per farlo si è affidato anche alle cure di un preparatore atletico ben conosciuto da Jannik Sinner. Stiamo parlando di Umberto Ferrara, che quasi tutti associano al caso Clostebol.
Grande novità nello staff di Berrettini: è legato al passato di Sinner
Intervistato dal Corriere della Sera, Berrettini non si è tirato indietro e ha parlato della sua scelta di inserire Ferrara nel suo staff, dopo l’allontanamento da quello di Sinner.
“Quando scelgo un membro nuovo del team, dietro ci sono riflessioni e pensieri. Ferrara è un serio professionista, l’ha detto anche Jannik in forma pubblica e privata. È stato fatto un errore, purtroppo”.

Poi Matteo aggiunge: “Quando ho incontrato Umberto abbiamo naturalmente parlato anche di questo. Ma la valutazione è stata un’altra: io sono convinto che possa aiutarmi nel mio processo di crescita. Se la gente è stupita, stranita o non gradisce, io non so cosa farci”. Insomma Berrettini vuole andare dritto per la sua strada, ricordando sempre che nel caso Clostebol si è trattato di un errore non voluto e per il quale Sinner ha già pagato (e sta pagando) abbastanza.