Il caso Clostebol che riguarda Jannik Sinner è ormai arrivato a un punto di svolta: non si era mai verificata una cosa del genere.
Jannik Sinner tornerà in campo a Doha nel torneo ATP 500 in programma dal 17 al 22 febbraio. Dopo il trionfo agli Australian Open e il lungo riposo necessario per smaltire le fatiche e i problemi fisici mostrati a Melbourne il numero uno al mondo è pronto a tornare protagonista. Un torneo, quello in Qatar, che vedrà anche la partecipazione dei principali avversari, compresi Carlos Alcaraz e Novak Djokovic.

Tuttavia in questo momento ciò che preoccupa Sinner non è il tabellone di Doha. Nella giornata di ieri è arrivata una notizia che ha sconvolto tutti i fan del fenomeno altoatesino: la WADA, ovvero l’Agenzia Mondiale Antidoping che ha presentato ricorso per l’ormai noto ‘caso Clostebol’, ha fatto sapere che chiederà uno o due anni di squalifica per Jannik.
La WADA, infatti, ritiene che l’atleta azzurro e il suo staff siano stati quantomeno negligenti: il ricorso verrà esaminato il 16 e il 17 aprile dal TAS di Losanna. Una posizione, quella dell’Agenzia Mondiale Antidoping, che sta sollevando diverse critiche.
Squalifica Sinner: la svolta è arrivata, sentenza chiara
Il giornalista e telecronista Dario Puppo ha parlato ai microfoni del programma Tennismania in onda sul canale YouTube di OA Sport, sottolineando che quella di Sinner è stata solo una contaminazione e che di certo in passato è accaduto molte altre volte a vari tennisti.

Sempre Puppo ha poi fatto presente che il caso Sinner è qualcosa di mai visto finora e che porterà da adesso in poi a dire che c’è un prima e un dopo la positività del numero uno al mondo. “Mette a nudo certi angoli della normativa poco chiari, che danno margine di movimento”, afferma il giornalista, che poi sbotta nei confronti di chi cerca di paragonare la positività di Sinner con quella di Lance Armstrong: “Bisogna mettere fine al mischiare le mele con le pere”.
E non è tutto, perché Puppo fa anche presente che sia Ferrara che Naldi, pur commettendo un grave errore, restano comunque dei grandi professionisti e che di certo non hanno contribuito a un caso di doping. “Roddick – conclude il giornalista – ha detto che se qualcuno ha pensato di aiutare Sinner in quel modo è un pirla”.