Curiosità extra tennistica per il 28enne romano, eliminato con tanti rimpianti dal primo Slam stagionale: la rivelazione sorprende i fans
Nelle scorse settimane, poco prima dell’avvio ufficiale del Major che poi avrebbe incoronato, per la seconda volta consecutiva, Jannik Sinner come Re degli Australian Open, vi abbiamo raccontato del ristorante di fiducia presso il quale il campione altoatesino è solito trascorrere dei momenti conviviali nelle pause dai vari match o anche prima dell’inizio del torneo vero e proprio.
La ‘Pizzeria Italiana‘ di Antonio Sanna, un ristoratore sardo trasferitosi in Australia ormai tanti anni fa, fu scoperta da Jannik quando ancora era considerato poco più che una promessa del tennis mondiale. L’appuntamento fisso con l’Happy Slam di inizio stagione ha poi consentito all’altoatesino e al suo staff di ripetere la piacevole abitudine nel corso degli anni, ma questo locale non è il solo ad esser frequentato dallo staff del giocatore nei pochi momenti di svago che l’impegno agonistico gli concede.
E soprattutto Sinner non è il solo atleta italiano famoso a gustare le prelibatezze di un altro esercizio commerciale, la ‘Trattoria Emilia‘, i cui proprietari si sono concessi gentilmente ai microfoni di ‘Msn.com‘ per raccontare aneddoti sulla loro prestigiosa clientela. Ce n’è per tutti i gusti: dallo stesso Jannik a Valentino Rossi, Pecco Bagnaia, Enea Bastianini, Gregorio Paltrinieri, Andy Murray e…Matteo Berrettini. Già, anche il tennista romano, che mai ha nascosto il suo amore per il cibo, fa regolarmente visita al locale nei suoi soggiorni in quel di Melbourne.
Come nascono gli ‘Spaghettini Berrettini’: il retroscena
“Quando siamo ripartiti dopo il Covid – rivela Matteo Neviani, originario di Sassuolo, uno dei soci della trattoria – il ristorante è decollato. È stato inserito nella ’bibbia delle cose da fare a Melbourne’ che danno a chi partecipa all’Australian Open. Poi l’amico giornalista Dario Castaldo, romano di Melbourne, ha fatto il resto, mandandoci qualche campione”, ha proseguito.
“Il primo ad arrivare è stato Vincenzo Santopadre – all’epoca coach di ‘The Hammer’, ndr – , un giorno che eravamo chiusi, durante il lockdown. Ha portato Berrettini e tutto il team. Io ho improvvisato con quello che avevo e lì sono nati gli ‘Spaghettini Berrettini’, con pomodori fatti in quattro modi diversi. Lui adora il pomodoro. Da lì hanno iniziato ad arrivare anche altri campioni, compreso Valentino Rossi. Ed è iniziata ovviamente anche una responsabilità diversa“, ha ammesso orgogliosamente il ristoratore.