Le recenti difficoltà fisiche del campione altoatesino hanno gettato nella preoccupazione i tifosi: c’è l’annuncio del coach
Qualcuno aveva già iniziato a rivivere l’incubo dell’ultima edizione di Wimbledon, quella in cui, pur portando a termine il match, il campione azzurro aveva accusato dei problemi fisici risultati poi determinanti per l’esito finale della contesa, col russo Medvedev che – unica occasione dell’anno – aveva alfine avuto la meglio sul neo numero uno del mondo in 5 set.
E così quando, sul finire del secondo set e soprattutto all’inizio del terzo parziale, Jannik Sinner si è fatto visitare dal dottore nel corso di un cambio campo della sfida di ottavi di finale a Melbourne contro Holger Rune, in molti hanno iniziato a tremare. Cos’ha Jannik? Sarà in grado di portare a termine il match? Cosa stava succedendo a colui che ha sempre fatto del rigore e dell’attenzione maniacale ai dettagli e alla preparazione il suo marchio di fabbrica? Tutte domande che hanno successivamente avuto solo una parziale spiegazione dalle parole del tennista, ripresosi poi abbastanza brillantemente, e capace di piegare la resistenza del pur coriaceo avversario volando in quarti di finale.
Nei due incontri poi disputati dal numero uno del mondo – quello contro l’amico Alex De Minaur e la successiva semifinale contro Ben Shelton – il nativo di San Candido è apparso in piena forma. Non lamentando alcun problema né di natura gastrointestinale, né a livello di capogiri (il gran caldo nel giorno del match contro il danese era stato additato come causa principale del suo malessere).
A far ancora più luce sull’episodio avvenuto nella partita contro Rune ci ha pensato il fido Simone Vagnozzi, coach del fuoriclasse, che ha così parlato in conferenza stampa successivamente alla schiacciante vittoria del suo protetto nell’incontro contro l’idolo di casa, appena 48 ore dopo i fastidi lamentati contro lo scandinavo.
Vagnozzi sul malore di Sinner: “Si è saputo gestire bene”
“Prima del match con Rune Jannik si è svegliato sentendosi stanco. Aveva un po’ di mal di testa, un po’ di mal di pancia. L’umidità e il sovrasforzo degli scambi col danese hanno leggermente allargato il problema. Cose che possono succedere in uno Slam, quando l’impegno dura quattordici giorni. Niente di cui preoccuparsi“, ha rassicurato tutti l’allenatore ex giocatore.
“Questo malore ci ha però insegnato molto. Anche se non era al cento per cento, Jannik si è saputo gestire bene: ha accorciato gli scambi per risparmiare energie, ha spinto quando doveva. Ormai noi lo chiamiamo professorino“, ha poi chiosato Vagnozzi.
