Incredibile Sinner, svelata l’entità della squalifica: botta tremenda

Su Jannik Sinner pende sempre il rischio della squalifica da parte del TAS: stangata in vista per il numero uno al mondo

Le difficoltà non sembrano minimamente scalfire Jannik Sinner, che risponde sempre nello stesso modo. Vale a dire, continuando a vincere. Una felice abitudine per lui e per tutti i suoi tifosi, che ancora una volta hanno ammirato una versione del tennista altoatesino in grado di resistere anche a un contesto diventato sfavorevole.

Si sapeva che l’ottavo di finale degli Australian Open contro Holger Rune sarebbe stato duro, ma forse nessuno immaginava così tanto. Jannik, dopo aver vinto il primo parziale, ha accusato delle difficoltà nel secondo, permettendo al danese di tornare in parità. Difficoltà proseguite anche all’inizio del terzo set, tanto da chiedere un intervento medico fuori dal campo per problemi respiratori.

Nel momento più complicato, fortunatamente, Sinner è riuscito a recuperare la giusta brillantezza e, in una partita contrassegnata dal gran caldo, ha vinto la battaglia con Rune al quarto set, approdando ai quarti di finale. Prosegue dunque il percorso a Melbourne del detentore del torneo, capace fin qui di non farsi condizionare da un rendimento non sempre al top. Il che incoraggia su cosa il numero uno del mondo potrà fare quando sarà al massimo della forma.

Tra i condizionamenti per Jannik, inevitabilmente, anche le vicende esterne al terreno di gioco. Ad aprile, il TAS deciderà in maniera definitiva sul caso Clostebol, chiudendo in un verso o nell’altro un caso che sta tenendo banco da mesi. Anche il diretto interessato ha ammesso che non è facile convivere con questa spada di Damocle sulla testa. E i rischi per lui sono notevoli.

Sinner, la WADA chiede un lungo stop: da uno a due anni di squalifica se colpevole

Per conoscere il verdetto esatto, come detto, bisognerà aspettare ancora un po’. Ma nel caso in cui fosse dichiarato colpevole, la squalifica potrebbe essere durissima, da uno a due anni.

La WADA, l’agenzia internazionale antidoping, andrà fino in fondo, chiedendo l’applicazione della pena prevista per la contaminazione accidentale, non avendo usato tutte le cautele previste per evitarla. D’altro canto, i legali di Sinner invece continueranno a portare avanti la loro linea, secondo cui è stato fatto tutto il possibile e che in nessun modo di sarebbe potuto prevedere l’accaduto.