Il tennista romano, uscito tra mille rimpianti dal match contro Holger Rune, ha spiegato i motivi della sua sconfitta: parole dolorose
Sta diventando una sorta di bestia nera. Lo è già stato, proprio nei tornei in cui era più importante avanzare, per accumulare punti preziosi che l’anno precedente non erano stati messi in cascina, nel 2024. Per ben due volte, e sempre al primo turno di due competizioni Masters 1000, Matteo Berrettini ha trovato sulla sua strada Holger Rune.
Il tennista danese, per quanto discontinuo e forse deludente nel suo percorso che, secondo qualcuno, avrebbe già dovuto portarlo a ridosso di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz come talento esplosivo della nuove generazione, ha inanellato in quel di Melbourne il suo quinto successo consecutivo contro il finalista di Wimbledon 2021.
Già l’anno scorso, avevamo accennato, il bizzoso giocatore scandinavo aveva frustrato i sogni di gloria del romano con due vittorie fotocopia ai tornei di Cincinnati e Shanghai: dopo aver perso il primo set in ambo le circostanze, Rune era sempre stato capace di rimontare, estromettendo l’azzurro dalle competizioni.
A Melbourne, al secondo turno, la storia si è parzialmente ripetuta. Vero è che Rune stavolta il primo parziale lo ha vinto, ma annullando due set point. Nel quarto set, quando Berrettini sembrava averne di più, ecco altri due set point vanificati dall’iniziativa del danese, capace anche di rimontare uno svantaggio di 2-5 nel tie-break.
Insomma, Matteo è uscito tra mille rimpianti. una sconfitta analizzata con freddezza dall’ex allievo di Vincenzo Santopadre subito dopo il match, ai microfoni di Supertennis.
Berrettini, l’ammissione non lascia spazio a dubbi: “Ecco cosa è mancato”
“Alla fine non sono stato forte abbastanza forte per vincere la partita. Questo è il riassunto che faccio. C’è tanto rammarico, perché avevo lavorato bene e mi sentivo bene. Venivo da una bella vittoria ed ero partito alla grande. Non sono riuscito a sfruttare le occasioni che mi sono creato“, ha esordito l’ex numero 6 del mondo. “C’è stato forse un approccio un po’ passivo in alcuni punti: una cosa che alla lunga non paga, soprattutto con il mio gioco. La sua prontezza a sfruttare le occasioni ha fatto la differenza“, ha poi aggiunto molto onestamente.
“In ogni caso ci sono delle cose positive: fisicamente sto molto bene ed ero pronto a giocare un altro set. Secondo me ci sono stati miglioramenti anche a livello tecnico. È importante cercare sempre di crescere. So che fa parte del percorso: le partite si vincono e si perdono, non è la fine del mondo. Sto lavorando duramente. Oggi ho perso sfortunatamente, ma sono fiducioso che questa stagione mi riserverà cose belle“, ha concluso uno dei trascinatori dell’Italtennis nella Davis di Malaga dello scorso novembre.