Sospensione Sinner, verdetto devastante: hanno svelato tutto

Colpo di scena nella vicenda Sinner-doping, arriva un’improvvisa ‘sentenza’ sulla sospensione: ecco come stanno le cose

Reduce dalle vittorie su Nicolas Jarry e Tristan Schoolkate, Jannik Sinner continua la sua cavalcata all’Australian Open 2025 senza particolari difficoltà. Il giovane tennista altoatesino ha infatti staccato il pass per gli ottavi di finale superando l’americano Marcos Giron con un netto 6-3, 6-4, 6-2 maturato in meno di due ore (1 h e 58 minuti).

Un risultato che lascia poco spazio ad ulteriori commenti, ma chiaramente nulla di clamoroso: stracciare gli avversari, oggi come oggi, rientra nell’ordinaria amministrazione per il numero uno al mondo.

Ciò che invece ha generato particolare interesse (e sorpresa) è stata una ‘sentenza’ arrivata in queste ore dagli States, riguardante il noto caso doping che vede protagonista proprio l’azzurro. Quest’ultimo, lo ricordiamo, dovrà presto presentarsi in tribunale (le indiscrezioni riferiscono a marzo) per il verdetto definitivo del TAS, dopo il ricorso avanzato dalla WADA contro l’assoluzione inizialmente pronunciata da un tribunale indipendente dell’ITIA.

Doping, arriva l’improvvisa ‘sentenza’ sul caso Sinner: i dettagli

Jannik rischia un periodo di sospensione dalla durata compresa tra uno e due anni. Ma in molti ritengono che ne uscirà completamente pulito, dal momento che sin dal principio si è messo a disposizione delle autorità, fornendo numerose prove che dimostrerebbero la sua buona fede.

Una teoria che ha trovato buoni riscontri anche tra gli esperti del settore, in gran parte convinti della completa innocenza del tennista nostrano. Ad esprimersi in tal senso, stavolta, è stato il capo dell’agenzia antidoping statunitense, Travis Tygart, ai microfoni del settimanale sudafricano Daily Maverick.

“Una sentenza di non colpevolezza era un risultato perfettamente appropriato a questo caso, basandosi sulle regole e sui fatti”, ha esordito tygart. “Nel caso Jannik sono state seguite le regole. È stata mantenuta trasparenza. Perché Sinner non è stato sospeso? Beh, lo è stato. Lui ha fatto prontamente appello e loro l’hanno revocato. Questo rientra nelle leggi”, ha aggiunto.

Poi il capo dell’Usada è entrato nel merito della vicenda affermando: “I campioni di Sinner hanno mostrato meno di un nanogrammo di Clostebol, che è una quantità minima. Erano circa 500 picogrammi. C’è un esperimento condotto dal laboratorio di Colonia in cui hanno preso un farmaco, una lozione da banco, e se la sono spalmata sulle mani. Dopo aver fatto asciugare le mani, sono andati a stringere la mano a una persona. Poi hanno prelevato l’urina da quella persona: i risultati hanno mostrato che avevano un livello basso, circa 500 picogrammi di Clostebol”.

Tygar ha infine concluso il suo intervento ribadendo la necessità di una maggiore trasparenza e di una riforma delle norme da parte delle autorità competenti: la sua è una bordata devastante nei confronti della Wada, che adesso rischia di dover fare i conti con l’opinione pubblica statunitense. Perché, strano ma vero, possiamo dirlo senza timore di essere smentiti: gli americani sono al fianco di Jannik Sinner in questa lunga e controversa battaglia.