Il campione altoatesino, fresco di debutto vincente a Melbourne, incassa l’invettiva della leggenda del tennis femminile: parole di fuoco
Sul campo, come gli accade ormai 9 volte su 10 da un anno a questa parte, non ce n’è per nessuno. Nelle aule dei tribunali invece, nonostante fosse stato già assolto da un tribunale indipendente chiamato dall’ITIA a far luce sulla vicenda Clostebol, bisognerà attendere metà aprile per un verdetto di piena innocenza.
Jannik Sinner convive ormai da mesi con l’incubo di una situazione a dir poco grottesca su cui però, col passare dei mesi, piano piano tutti paiono convergere verso la convinzione della sua assoluta buona fede. A parte il nemico numero uno Nick Kyrgios, che ne ha fatto una questione personale trascendendo di parecchio sul merito della questione con accuse e provocazioni davvero di basso livello, tutti i big del circuito, nonché parecchi addetti ai lavori, e assolute leggende del nobile sport con la racchetta, propendono per il campione azzurro.
L’ultima, prestigiosa, testimonianza, arriva da una figura che definire epocale è dir poco. Parliamo di Martina Navratilova, la 18 volte campionessa Slam in singolare (e 31 in doppio, e altre 10 in doppio misto). Colei che detiene tre record assoluti, sia a livello femminile che maschile. Ovvero il maggior numero di titoli vinti (344), maggior numero di titoli vinti in singolare (167) e maggior numero di titoli vinti in doppio (177). Una vera e propria icona del tennis.
“Non sarò molto diplomatica sull’argomento e vi dico che tutto questo puzza“, ha esordito la super campionessa nel corso di una recente intervista riportata da ‘La Gazzetta dello Sport’. “L’intero sistema va fatto saltare in aria e bisogna ricominciare da zero. In questo momento la WADA è sotto osservazione per quello che ha fatto con gli atleti cinesi. Anzi, sarebbe meglio dire quello che non ha fatto. I casi di Sinner e della Swiatek (autosospesasi e poi fermata un mese per positività ad uno stimolante presente nella melatonina assunta per assorbire il jet-lag, ndr) non hanno nulla a che fare con il doping. Invece di provare davvero a trovare chi imbroglia, ci concentriamo su creme da massaggi. Oppure su una pillola per dormire, presa per cinque anni e che ora è risultata contaminata“, ha tuonato Martina.
“Ormai il concetto che vogliono far passare è che gli atleti siano colpevoli finché non dimostrano la loro innocenza. Sinner pensava che il suo caso fosse concluso. Ma ora si trova a fare i conti con un appello. Ma perché? È una cosa che non capisco. Credo che su questo caso ci sia da fare chiarezza al più presto“, ha concluso l’ex atleta, da sempre molto attiva anche in questioni extra campo ed extra sport.
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