Il campione altoatesino, tornato ad allenarsi dopo le brevissime vacanze natalizie, incassa la grigia profezia: partita ancora aperta
Ci sono questioni, nella vita di Jannik Sinner, che sono chiuse a doppia mandata. Una di queste è la sua posizione di numero uno del ranking mondiale. La vetta della classifica è infatti già blindata fino a fine gennaio, indipendentemente dal risultato che il campione (detentore degli Australian Open) otterrà nella difesa del titolo nel primo Major del 2025.
Ci sono poi situazioni pendenti, avvolte da un alone di mistero, come quella della sua relazione con Anna Kalinskaya. Fermo restando che nulla è uscito dalla bocca del giocatore altoatesino, le turbolenze social (con l’improvvisa sparizione della bella russa nel commentare i recenti trionfi dell’innamorato) lasciano presupporre una crisi in atto. O comunque una situazione che non pare stabile come era una volta.
Per finire, un problema trasversale che potrebbe avere degli effetti sia sulla vita agonistica del giocatore, che sulla sua tenuta mentale, finora degna di un cyborg programmato per vincere senza farsi condizionare da nulla. Stiamo parlando ovviamente della scabrosa vicenda Clostebol, quella sulla quale il fuoriclasse attende ancora di essere giudicato dal TAS di Losanna.
Dopo la sostanziale assoluzione da parte dell’ITIA infatti, la WADA (l’Agenzia Mondiale Antidoping) ha di fatto impugnato la sentenza del tribunale indipendente, che in un primo momento aveva assolto Sinner privandolo solamente dei punti conquistati nel torneo di Indian Wells che lo vide positivo al controllo antidoping, con l’aggiunta di una multa di 300mila euro. Troppo poco per la massima istituzione in tema di doping, che ha voluto vederci chiaro chiedendo ed ottenendo un riesame del caso.
Forte dell’appoggio di un numero ormai sempre più crescente di colleghi (forse è rimasto il solo Nick Kyrgios a portare avanti la crociata contro di lui) Jannik Sinner gode della fiducia incondizionata di tutti i vertici dello sport italiano. Compresi quelli del tennis, ovviamente, col presidente Angelo Binaghi scatenato nella strenua difesa della buona fede del campione.
Intervistato dal quotidiano ‘La Stampa‘ per parlare dello straordinario 2024 dello sport azzurro, col record di medaglie messe in cascina a Parigi 2024, il numero uno del CONI Giovanni Malagò è tornato sul caso doping che coinvolge il tennista di punta del movimento italiano.
“Credo nella totale innocenza di Jannik Sinner. Purtroppo però con i metodi della WADA mi sono già dovuto confrontare. E con questo le ho risposto“, le sibilline parole del dirigente italiano, che si è così mostrato preoccupato che il destino del fiore all’occhiello dello sport italiano sia nelle mani di un’istituzione che non ha mai brillato per chiarezza e lungimiranza.
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