Il campione altoatesino, bersagliato dagli attacchi e dalle provocazioni di Kyrgios, scopre finalmente la verità: l’ha detto davvero
Sono passati ormai mesi da quando Jannik Sinner, con un esercizio di trasparenza ed onestà che (quasi) tutti gli hanno riconosciuto, ha raccontato i primi sviluppi del caso doping che lo ha visto suo malgrado protagonista. Il talento della Val Pusteria, una volta arrivata la sentenza di sostanziale assoluzione da parte dell’ITIA (l’International Tennis of Integrity Agency), che si è limitata a togliere i punti ATP conquistati dal tennista nel torneo di Indian Wells comminando una multa di 300mila euro, credeva di essersi liberato una volta per tutte di una vicenda che gli aveva creato non poche preoccupazioni.
Già ben prima che la WADA impugnasse la sentenza di primo grado chiedendo un riesame totale della situazione da parte del TAS di Losanna (cosa che mette ancora attualmente a rischio squalifica il campione), qualcuno aveva iniziato a puntare pesantemente il dito contro di lui.
E non parliamo di avversari che, a causa dell’assunzione di Clostebol – peraltro in quantità del tutto irrilevante ai fini di un miglioramento delle performances in campo – da parte di Jannik, hanno perso partite importanti contro di lui: ci stiamo riferendo a Nick Kyrgios, il grande accusatore, uno che all’avvio della campagna diffamatoria su Sinner, poteva contare su un solo match ufficiale disputato negli ultimi 18 mesi. E che non avrebbe poi calcato il campo fino a fine 2024.
Non è passato giorno, non c’è stata intervista, non sono mancati innumerevoli post su X o su Instagram in cui il pur talentuoso tennista australiano non abbia tentato di provocare Sinner in tutti i modi. Con cattiveria, sarcasmo, citando fonti rivelatesi poi fallaci, e chiedendo di continuo punizioni esemplari per l’azzurro.
In occasione del suo intervento sul podcast ‘Nothing Major’, quando ha dialogato con Sam Querrey e Jack Sock, il nativo di Canberra ha di fatto spiegato nel dettaglio il suo astio personale nei confronti del numero uno del mondo.
“Onestamente non è niente di personale, come nel caso di Iga Swiatek. Penso solo che dovrebbero esserci condizioni di parità per tutti. È questo che mi fa incazzare. Perché so che questi ragazzi hanno già un vantaggio perché sono semplicemente dei (nel senso che giocano divinamente)”, ha esordito.
“Perché prendere tutti questi altri farmaci che migliorano le prestazioni?. Mi fa arrabbiare perché so che io personalmente non l’ho mai fatto. E mai lo farò. Questo tizio invece si sta spalmando questa crema su tutto il corpo che gli dà un’aura pazzesca. Ecco sono arrabbiato per questo, non è giusto“, ha proseguito.
“Una volta che vieni beccato, non puoi comportarti come una vittima. Questo mi fa incazzare ancora di più“, ha concluso l’australiano stravolgendo ancora una volta, se possibile, il quadro generale della vicenda doping legata a Sinner.
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