Tiene ancora banco, mano a mano che si avvicina la data della sentenza definitiva, il caso doping legato a Sinner: rivelazione preoccupante
Anche se nessuno se n’è accorto (e questo depone assolutamente a favore della grande forza mentale del campione), Jannik Sinner sta ancora aspettando la sentenza del TAS di Losanna per l’ormai chiacchieratissimo caso Clostebol, quello per il quale il tennista avrebbe già pagato con la perdita dei punti conquistati ad Indian Wells, nonché con un’ammenda di 300mila euro.
Nonostante la sostanziale assoluzione decisa dall‘ITIA (l’International Tennis of Integrity Agency), che ha stabilito la non colpevolezza del giocatore, l’agenzia mondiale antidoping, la WADA, ha deciso di impugnare la sentenza. Ricorrendo al TAS di Losanna chiedendo una squalifica, che potrebbe essere anche di due anni, per il numero uno del mondo.
Al di là delle esagerate invettive di Nick Kyrgios nei confronti del fuoriclasse azzurro, è aperto il dibattito sul destino che attende il dominatore della stagione 2024. C’è chi sostiene che tutto si risolverà con un nulla di fatto, chi invece è convinto che ci saranno delle conseguenze. Che ovviamente avranno un’eco niente male, considerando lo status del talento della Val Pusteria.
Nella dialettica in corso ha preso la parola uno che per colpa del doping ha visto la sua brillante carriera stroncata. 8 anni di squalifica è il carissimo prezzo pagato da Alex Schwazer, il il marciatore campione olimpico della 50 km a Pechino 2008, a causa delle accuse da cui si sarebbe anche difeso con tutte le sue forze, senza però ribaltare l’esito della punizione.
“Il Clostebol è l’esempio perfetto di come le sanzioni non siano uguali per tutti. Sinner ha potuto permettersi di difendersi, altri invece sono stati condannati senza possibilità di replica per la stessa sostanza e in circostanze simili“, ha esordito il 40enne nativo di Vipiteno.
“Jannik è sicuramente innocente, e gli innocenti non dovrebbero mai essere puniti. Ma nel mondo della giustizia sportiva e antidoping, essere innocenti o colpevoli non fa la differenza. Conta solo la politica“, ha tuonato Schwazer, protagonista di un’aspra battaglia con le istituzioni.
Le parole dell’Olimpionico si inseriscono in una dialettica che vede quasi quotidianamente addetti ai lavori e non, dire la propria sulla tanto attesa sentenza. La parola definitiva verrà pronunciata dopo gli Australian Open, il torneo che Jannik proverà a rivincere dopo la straordinaria affermazione in rimonta dello scorso gennaio.
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