Lo spagnolo finisce nel mirino della critica per alcune sue dichiarazioni, ma non manca chi lo difende a spada tratta
Non ha vissuto un fine 2024 straordinario in termini di risultati e prestazioni, tuttavia ricorderà quest’anno per aver vinto di nuovo Wimbledon e Roland Garros, cosa che non riusciva da anni a un tennista. Carlos Alcaraz può comunque sorridere per quest’anno che sta volgendo al termine e per il prossimo spera che tutto possa evolvere in meglio.
Ovviamente, al tennista di Murcia interessa battere il rivale Jannik Sinner che quest’anno ha dimostrato in molti tornei di essergli superiore. Per portare a casa questo obiettivo dovrà lavorare non poco assiema al suo staff perché l’azzurro al momento appare irraggiungibile.
Alcaraz nelle ultime ore ha ricevuto diverse critiche da parte di alcuni suoi ex colleghi per il fatto che si sia lamentato delle troppe partite organizzate dal circuito Atp.
Nelle ultime settimane lo spagnolo ha preso parte a due eventi negli Stati Uniti: al Madison Square Garden di New York dove ha affrontato Ben Shelton in una esibizione; e a Charlotte, Carolina del Nord, dove invece ha affrontato Francis Tiafoe. Due eventi poco utili al cammino dello spagnolo che tuttavia egli ha deciso di intraprendere.
E proprio questo atteggiamento ha scatenato le accuse contro il murciano: se da una parte critica il circuito Atp di giocare troppe partite, dall’altra vola negli Usa per disputare match fondamentalmente utili soltanto allo spettacolo, non allo sport in se. Secondo Andy Roddick, Alcaraz non dovrebbe più lamentarsi delle troppe partite visto che egli stesso partecipa a esibizioni negli Usa.
Ma in difesa del quattro volte vincitore Slam è corso Mats Wilander, ex tennista svedese e commentatore presso Eurosport. A detta di Wilander “è stato molto positivo per Alcaraz giocare queste esibizioni. Quando vai in contesti come il Madison Square Garden e giochi una sola partita va bene”. Non conta in breve dove vai a esibirti, ma lo sforzo e il numero di partite. Questo il ragionamento di Alcaraz che secondo Wilander ha senso.
Insomma, il comportamento dello spagnolo secondo lo scandinavo non è affatto ipocrita: “La discussione sul programma che è troppo duro con tante partite giocate deve essere fatta anche tenendo conto del tipo di esibizione di cui si tratta. C’è esibizione e esibizione”, ha concluso Wilander.
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