Mentre il campione azzurro ha già ripreso ad allenarsi a Dubai in vista del prossimo anno, emergono nuove notizie sul caso doping
Dominatore. Campione. Fuoriclasse. In una parola: il numero uno del mondo. Come del resto è ufficialmente dallo scorso 10 giugno, con la notizia arrivata già qualche giorno prima, nel bel mezzo di un Roland Garros interrotto poi ad un passo dalla finale per ‘colpa’ di Carlos Alcaraz, capace di rimontare uno svantaggio di due set ad uno nel penultimo atto contro di lui.
Già, Jannik Sinner, sette titoli ATP, tra cui 2 Major, vinti in un 2024 da favola, ha aggiunto alla sua ricca bacheca anche le ATP Finals di Torino e, uscendo dai tornei patrocinati dall’associazione professionistica, la Coppa Davis. La seconda consecutiva. Tanto per gradire, pur trattandosi di un torneo di esibizione, il talento della Val Pusteria ha alzato al cielo anche la coppa del ‘Six Kings Slam‘, che gli ha fruttato ben 6 milioni di dollari di guadagno. A questo, aggiungiamoci anche le 72 partite vinte su 79: un record che in passato solo i grandissimi del tennis possono vantare di aver raggiunto.
Insomma, tutto liscio? Solo gioie, fama, grandezza e ricchezza nel 2024 del nativo di San Candido? Non proprio. E sì che la surreale vicenda del caso Clostebol sarebbe stata già archiviata dall’ITIA con un sostanziale assoluzione del tennista, ritenuto non responsabile dell’imperizia del preparatore atletico Ferrara e del fisioterapista Naldi.
Il problema, com’è ormai noto a tutti, è sorto nel momento in cui la WADA ha fatto ricorso contro la sentenza di primo grado, impugnandola. E riservandosi, attraverso il TAS di Losanna, di decidere le sorti di Sinner. Che ora rischia una squalifica, che sarebbe clamorosa, fino a due anni di interdizione dal circuito.
Sinner tra l’appoggio della stampa USA e le nuove rivelazioni della WADA
Nelle ultime settimane la stampa americana si è schierata decisamente a fianco del leader del ranking mondiale. “È stata una disattenzione non sua. È evidente che si tratta di un caso politico. Sinner rischia di subire una pesante sanzione che danneggerebbe la sua immagine, nonostante abbia dimostrato che si è trattato di una contaminazione involontaria. La squalifica sarebbe un’ingiustizia assoluta“, scrive il prestigioso ‘New York Times’. Ma non è tutto.
La stessa Agenzia Mondiale dell’Antidoping che ‘vorrebbe’ inchiodare l’azzurro ha tenuto a fare delle importanti precisazioni in concomitanza della nuova stesura dell’elenco contenente i farmaci proibiti.
“Gli atleti sono responsabili delle sostanze proibite trovate nel loro corpo e dei metodi proibiti che sono stati utilizzati. I membri dell’entourage di un atleta sono anche responsabili delle violazioni delle norme antidoping se ritenuti complici. Di conseguenza, se c’è qualche dubbio sullo stato di una sostanza o di un metodo, è importante che contattino le rispettive organizzazioni antidoping (Federazione internazionale o Organizzazione nazionale antidoping) per un consiglio”, ha sentenziato la WADA. Chissà come questo si tradurrà nel caso che sta coinvolgendo il fenomeno italiano.