La rivelazione sul numero uno del tennis mondiale porta inevitabilmente ad una commozione difficile da trattenere: Jannik è stato il primo
Veramente difficile, anzi quasi impossibile, condensare in poche righe ciò che è stato il 2024 tennistico di Jannik Sinner. L’Impresa si fa ancor più improba se ci chiedessero di usare un aggettivo, uno solo, per descrivere la leggendaria parabola di un ragazzo che, fino a qualche mese fa, mai avrebbe immaginato di salire sul tetto del mondo e di esser unanimemente riconosciuto come l’assoluto dominatore dell’ultima stagione nel circuito ATP.
Forse, più che cercare termini mirabolanti che possano descrivere al meglio il fenomeno generazionale che abbiamo di fronte, basterebbe sciorinare un paio di primati. Che poi tanti e importanti, e ben più di due, sono quelli raggiunti e superati dal talento della Val Pusteria negli ultimi 12 mesi.
Per tutti allora, valga il fatto di essere diventato il primo italiano di sempre a vincere i Major in Australia e a New York ma soprattutto colui che, senza perdere nemmeno un match, ha trascinato la nazionale azzurra a vincere non una, ma ben due Davis consecutive. Anzi, quasi ci dimenticavamo, perché ormai è un qualcosa di cui ci possiamo fregiare da oltre 6 mesi, del traguardo più grande. Anch’esso esclusivo, perché mai nessun tennista italiano ci era riuscito prima di lui.
Quello di esser diventato, con una rincorsa incredibile partita dalla serie di vittorie inanellata da Pechino 2023, il primo azzurro a sedere sul trono del ranking mondiale dell’ATP. Considerando il vantaggio accumulato in classifica poi, il regno di Jannik potrebbe durare ancora a lungo: un dominio che, se perpetrato nel tempo, gli consentirebbe già ora di sedere al tavolo con i più grandi di sempre del nobile sport con la racchetta.
Intervenuto ai microfono di ‘Centrotrentuno‘ dopo l’incredibile abbuffata di titoli messi in bacheca nell’anno solare (oltre alla Davis, giova ricordare il trionfo delle ragazze in Billie Jean King Cup nonché le medaglie olimpiche di Lorenzo Musetti nel singolare maschile e il leggendario oro di Errani-Paolini nel doppio femminile), il presidente della FITP Angelo Binaghi ha sottolineato quello che per lui resta il momento più alto della stagione. Quello scolpito nella pietra. Quello che ha dato più lustro al tennis italiano.
“Ci sono due momenti davvero emozionanti. La vittoria della Coppa Davis dello scorso anno, e quella di Jannik a Melbourne. Ma il momento più commovente è stato a Parigi in occasione del Roland Garros. Qando Sinner è diventato numero uno al mondo: il primo italiano a riuscirci“, ha detto un Binaghi ancora su di giri per la trionfale stagione dell’Italtennis.
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