Julien Benneteau, ex tennista e attuale capitano della Francia nella Billie Jean King Cup, è intervenuto a RMC per parlare dei casi doping nel mondo del tennis. Secondo il francese, il problema non è una crescita nell’utilizzo di sostanze illecite, bensì di cattiva comunicazione e mancanza di uniformità nei giudizi.
L’attacco all’ITIA
I casi doping nel mondo del tennis la stanno facendo da padrona in questa off-season. Jannik Sinner prima e Iga Swiatek poi sono stati trovati positivi rispettivamente al Clostebol e alla Trimetazidina. Due sostanze dopanti che, però, sono entrate nel corpo degli atleti per contaminazione (seppur in due maniere completamente diverse) e non hanno in alcun modo migliorato le prestazioni sportive.
Per questo motivo, l’ITIA (International Tennis Integrity Agency) non ha proceduto con una squalifica per il numero 1 del circuito Atp e la numero 2 del circuito Wta. La WADA (World Anti Doping Agency), però, ha fatto ricorso sul caso Sinner (e probabilmente lo farà anche per la Swiatek) al TAS di Losanna e nei prossimi mesi avremo un giudizio finale (l’azzurro rischia fino a due anni di stop per negligenza).
In molti sono voluti intervenire sulla questione, l’ultimo dei quali Benneteau. Il francese, dopo la sua esperienza nel circuito, ha voluto sottolineare tutte le falle di un sistema che è quasi al collasso (e non per le positività dei propri atleti).
“Il tennis non ha un problema di doping, ma di comunicazione e differenza di trattamento intorno ai casi. Serve maggiore chiarezza per non offuscare l’immagine del tennis.
Non credo che il tennis abbia un problema con il doping. Penso che il problema sia l’ITIA, la comunicazione e la differenza di trattamento in questi casi. Ciò lascia spazio a dubbi? Ovviamente. È mal gestito e solleva domande.
Quando ci poniamo la domanda: il tennis ha un problema di doping, possiamo dire che alcuni tra i primi cento giocatori del mondo sono dopati? Che l’ATP e la WTA coprono tutti i giocatori positivi? Che esiste un vero sistema organizzato? Questo è impossibile! Siamo monitorati continuamente. Un tennista che gioca in un torneo è controllato. Vengono effettuati dai 15 ai 20 controlli all’anno. Per uno sport individuale itinerante, questo è piuttosto significativo.
Non esiste doping organizzato, ma l’ITIA deve stabilire un’armonizzazione in termini di comunicazione e sanzioni. Cosa è sospensivo e cosa no? Lì abbiamo l’impressione che dipenda dalla classifica del giocatore”.