Steve Johnson racconta il “suo” Sinner: mi sembrava scarso, non ci potevo credere
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Steve Johnson è stato il primo, di una lunga serie, degli avversari sconfitti da Jannik Sinner nella sua per ora breve, ma gloriosissima carriera. L’americano, in una recente intervista, ha raccontato le emozioni vissute dopo la sconfitta con un ragazzino locale sul Centrale del Foro Italico.

Il racconto di Johnson

Sono già passati più di cinque anni. Siamo a maggio nel 2019, primo turno degli Internazionali d’Italia. Da un lato del campo l’americano Johnson, numero 59 del mondo. Non di certo un terraiolo, ma un onesto mestierante del circuito Atp già da diverse stagioni. Dall’altro lato c’è un ragazzino italiano di appena 17 anni: alto, magro e con i capelli rossi. Nessuna sa, in quel momento, che il ragazzino vincerà (16 61 75 dopo aver annullato match point nel terzo set) contro Johnson la prima partita della propria carriera nel circuito Atp e che cinque anni dopo sarà il dominatore del tour maggiore.

Lo stesso Johnson, in una recente intervista, ha voluto rivivere quei momenti di cinque anni fa. L’americano ha confessato che non era rimasto particolarmente ammaliato dalle doti dell’italiano, ma tutt’altro. A suo avviso, infatti, Sinner non avrebbe fatto molta altra strada dopo il successo a Roma. Diciamo che il buon Steve ha preso una bella cantonata.

Ero numero 59 del mondo e dovevo affrontare un ragazzino locale di 17 anni sul Centrale. Ho visto questo ragazzo magrissimo e ho pensato che sarebbe stato imbarazzante perdere. Ho vinto facilmente il primo set 61”.

Da lì la rimonta dell’azzurro e gli spettri dell’americano.

Tornato negli spogliatoi, ho chiamato il mio agente dicendogli di cancellare tutti i miei impegni, che mi ritiravo dal tennis. Non potevo accettare la vergogna di perdere con quel ragazzo. Gli ho detto che avevo perso contro un diciassettenne scarsissimo che non avrebbe mai più vinto una partita in vita sua, se non quella contro di me.

Sono felice di vedere quanto sono bravo a individuare i talenti.

Non potevo immaginare che cinque anni dopo sarebbe stato al vertice del tennis mondiale, ma sono contento di essere una nota a piè di pagina nella sua storia grazie a questa partita”.

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