Andy Murray sarà il nuovo coach di Novak Djokovic in vista della stagione 2025. Una scelta a sorpresa, che ha lasciato molti addetti ai lavori a bocca aperta. L’ex numero 1 del mondo Andy Roddick, però, è sicuro delle motivazioni del serbo.
Neanche il tempo di appendere la racchetta al chiodo che Murray tornerà nel circuito professionistico. Questa volta, però, non come protagonista in campo: lo scozzese sarà il nuovo coach di Djokovic. I due membri dei Fab Four, infatti, hanno ufficializzato la collaborazione che partirà dall’Australian Open e si estenderà per tutta la stagione. Un’aggiunta a sorpresa nel team del serbo, che sicuramente avrà avuto i propri motivi per richiedere l’aiuto dell’ex rivale/amico.
In molti si sono chiesti se l’esperienza di Murray possa essere utile alla causa oppure se Nole l’abbia scelta solamente per avere una figura di spicco al suo fianco durante tutta la stagione. Tra gli addetti ai lavori, nel podcast Served with Andy Roddick proprio lo stesso Roddick ha sottolineato gli aspetti positivi di una scelta così sorprendente. Ricordiamo, infatti, che Murray ha da poco lasciato il tennis ed è alla primissima esperienza come coach.
“Djokovic può entrare, farti andare fuori dal campo, giocare in difesa, fare tutte queste cose, ma è ancora il miglior attaccante sulla terra? Non lo so. Jannik Sinner probabilmente l’ha raggiunto, Sinner è più giovane e probabilmente può creare più velocità a questo punto, non significa che nel complesso sia un giocatore migliore.
Ma cosa ha fatto Murray negli ultimi quattro anni della sua carriera in campo? Ha cercato di risolvere problemi. Quella lotta che Murray ha dovuto affrontare sarà un valore per Djokovic a questa età. Il fatto che io dica che Novak a 38 anni non è bravo quanto a 32 non dovrebbe essere in discussione.
Penso che Murray abbia il Quoziente d’Intelligenza tennistico più alto che abbia mai visto. Ha gareggiato con questo tipo di supereroi senza un colpo dominante in campo e senza essere più veloce di loro. Indaga i particolari, è un maestro nell’analisi delle partite, è uno dei ragazzi più attenti ai dettagli di sempre. Novak l’ha scelto perché sa che vuole quelle conversazioni in campo con lui, sente di aver bisogno di qualcosa di un po’ diverso in questo momento”.
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