Poco fa, in un comunicato ufficiale, l’International Tennis Integrity Agency ha reso noto che Iga Swiatek è risultata positiva alla trimetazidina, una sostanza proibita dal regolamento con cui è venuta a contatto tramite un farmaco. Ecco cosa è successo e tutti i dettagli della vicenda.
Il fatto risale al mese di agosto, quando la ex numero uno al mondo ha fornito un campione di urina risultato positivo al test per tmz, seppur a bassi livelli. L’ITIA, come da procedura, ha inoltrato un avviso di pre-addebito di violazione delle norme antidoping, per poi optare per una sospensione provvisoria nella giornata del 12 settembre. Ed è proprio per questo motivo che Swiatek è stata costretta a saltare tutti i tornei in programma in Corea e Cina.
La polacca, dal canto suo, dieci giorni dopo la sospensione ha deciso di presentare riscorso. Al che l’ITIA – dopo che il laboratorio indipendente dalla WADA ha confermato la tesi di ‘innocenza’ portata dalla giocatrice – non si è opposta alla revoca del suo stop forzato, giunta nella giornata del 4 ottobre. Alla fine, l’International Tennis Integrity Agency ha offerto una sospensione di un mese a Swiatek, la quale ieri, mercoledì 27 novembre, ha formalmente accettato la sanzione. In tutto ciò, le giornate trascorse da Iga in ‘fermo provvisorio’ sono state conteggiate nel periodo di ineleggibilità. La sua sospensione, dunque, terminerà ufficialmente il prossimo 4 dicembre e potrà tornare regolarmente in campo per l’inizio della stagione 2025.
“È stato accertato che il test positivo è stato causato dalla contaminazione di un farmaco regolamentato da banco, prodotto e venduto in Polonia, che la giocatrice stava assumendo per problemi di jet lag e sonno, e che la violazione non fosse quindi intenzionale”, si legge nella nota divulgata dall’ITIA.
Anche il CEO dell’International Tennis Integrity Agency, Karen Moorhouse, ha voluto esprimersi in merito:
“Una volta stabilita la fonte del tmz, è diventato chiaro che si trattava di un caso altamente insolito di un prodotto contaminato, che in Polonia è un medicinale regolamentato. Tuttavia, il prodotto non ha la stessa designazione a livello globale e il fatto che un farmaco sia regolamentato in un paese non può di per sé essere sufficiente a evitare qualsiasi livello di colpa. Tenendo conto della natura del farmaco e di tutte le circostanze, la colpa è stata ritenuta al livello più basso della scala“.
Questo il lungo messaggio postato da Swiatek sui suoi canali social: “Ora che posso, voglio subito condividere con voi quella che è diventata la peggiore esperienza della mia vita. Negli ultimi due mesi e mezzo sono stata sottoposta a un rigido processo dell’ITIA, che ha confermato la mia innocenza. L’unico test antidoping positivo della mia carriera, che ha evidenziato un livello incredibilmente basso di una sostanza vietata di cui non avevo mai sentito parlare prima, ha messo in discussione tutto ciò per cui ho lavorato duramente per tutta la vita. Sia io che la mia squadra abbiamo dovuto affrontare un enorme stress e ansia. Ora che tutto è stato accuratamente chiarito, posso ripartire da zero e tornare a fare ciò che amo di più. Tornerò più forte che mai”.
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