Conclusa in trionfo la stagione, Sinner si appresta a giocare un’altra importantissima partita, stavolta fuori dal campo e senza impugnare l’amica racchetta. La partita in questione, infatti, è quella deciderà il suo prossimo futuro, dopo il ricorso presentato dalla WADA al TAS contro la sentenza di assoluzione pronunciata dall’ITIA in merito al cosiddetto “Caso Clostebol”.
Il pugno duro della Wada – L’Agenzia Mondiale Anti-doping, alla fine mese di settembre, ha emanato un comunicato in cui ha reso noto di aver chiesto per l’azzurro un periodo di sospensione dalla durata compresa tra uno e due anni. Per evitarla, Jannik dovrà dimostrare di non essere stato negligente o, in subordine, di non essere stato significativamente negligente.
Tempistiche incerte – La Wada ha già depositato la memoria di appello e scelto il suo arbitro, e, stando alle indiscrezioni de La Gazzetta dello Sport, a giorni anche il team del giocatore dovrebbe depositare la sua memoria. “Il collegio dovrebbe essere completo a breve e il processo potrebbe svolgersi a febbraio […] Sulle date tuttavia non ci sono sicurezze: l’arbitrato si farà quando tutte le parti saranno d’accordo e non è facile con un tennista impegnato 40 settimane l’anno”, si legge sulla versione online della nota testata.
Cosa rischia davvero Sinner? – Nel caso non venisse riscontrata negligenza, il nativo di San Candido non subirà alcuna sanzione. Viceversa potrebbe incorrere in una squalifica massima di due anni, come suggerito dalla WADA. Non è da escludersi, tuttavia, il concretizzarsi di un terzo scenario, che vedrebbe Jannik sospeso per un periodo molto più breve rispetto a quello richiesto qualche settimana fa.
La sensazione è che alla fine Sinner sarà pienamente assolto, in quanto sin dal primo momento si è messo a disposizione delle autorità, fornendo tutte gli elementi necessari per provare la sua innocenza. Ma, come dicevamo poc’anzi, l’ipotesi di uno stop dalla durata relativamente breve rientra nel computo delle ipotesi realistiche. Ne è sicuro anche Omar Camporese, che, in una recente intervista, ha fatto riferimento ad alcune voci di corridoio abbastanza preoccupanti.
“Tutta questa questione è allucinante, assurdo ciò che è capitato a Sinner. So che la Wada è molto arrabbiata per precedenti del passato, il caso dei nuotatori cinesi e dei ciclisti e ora non vuole farla passare liscia a nessuno“, ha esordito Camporese ai microfoni di mowmag.com. “Purtroppo è capitato a Sinner, ci sono voci che dicono che purtroppo ci sarà una pena anche se nessuno sa quanto“, ha poi aggiunto l’ex tennista.
“Questo è quello che si sa, ma finché non viene fuori il verdetto non ci voglio credere. Anche perché se veramente si verifica una cosa simile non so cosa succede al tennis. Lo share del tennis, dopo una roba del genere, non sarebbe uguale a quello di adesso”, ci ha tenuto a sottolineare.
Infine, Camporese ha concluso il suo intervento augurandosi che – al di là di quanto si vocifera oggi – la questione possa risolversi con un po’ di buon senso da parte di chi sarà chiamato a giudicare il numero uno al mondo: “Voglio pensare che la vedano come noi e capiscano che è stata una cosa superficiale, che il giocatore non ha fatto assolutamente nulla di intenzionale. È stata pura sfortuna. Siamo davanti all’innocenza totale. Se effettivamente succedesse una cosa simile (squalifica, ndr), saremo a livelli molto, ma molto, bassi”.
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