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Coppa Davis, la solita frecciata di Pietrangeli: bravi tutti, ma gli altri scarsi

Nicola Pietrangeli, capitano della spedizione della Coppa Davis 1976, ha lanciato la solita frecciatina rispetto alla vittoria della Coppa Davis 2024 da parte dell’Italia. Intervistato da Il Messaggero, la leggenda del tennis azzurro ha sottolineato come gli avversari affrontati non fossero proprio all’altezza degli azzurri.

La frecciata di Pietrangeli

L’Italia, per la prima volta nella sua storia, ha conquistato la Coppa Davis per due anni di fila. Il primo successo nel 2023 grazie alle magie di Jannik Sinner e la solidità di Matteo Arnaldi. In questa stagione ci siamo aggrappati sempre a Sinner, spalleggiato dal grande Matteo Berrettini, che ha vinto tutte e sei le partite (cinque in singolare più una in doppio) in cui è stato chiamato in causa.

Come detto, un successo storico che potrebbe aprire un ciclo di dominio lungo anni. All’orizzonte, infatti, ad eccezione dei soliti Stati Uniti, non sembrano profilarsi squadre in grado di batterci per almeno due partite su tre (con il format attualmente utilizzato) su una superficie come il cemento indoor (la favorita del numero 1 del mondo Sinner).

Nonostante più esperti e addetti ai lavori abbiano celebrato in pompa magna il trionfo, nelle ultime ore si è alzata la classica voce dal coro. Sulle colonne de Il Messaggero, infatti, la leggende del tennis italiano Pietrangeli ha voluto lanciare la solita frecciatina ai tennisti di oggi.

È stata una bella emozione, però non è che abbiano battuto chissà quale avversario. Mi aspettavo un percorso diverso dagli Stati Uniti.

Quando sai già di partire con un punto di vantaggio, perché possiamo serenamente affermare questo con Sinner, allora giochi con più tranquillità. Le due partite di Berrettini sono state bruttissime, ma bellissime per il risultato, che poi è quello che conta.

Più forte questa Italia che ha vinto due Davis di fila o la sua che raggiunse quattro finali in cinque anni, ma con un solo trionfo? Non mi faccia domande cattive. Sono due squadre diverse, entrambe forti. Anche il gioco è totalmente diverso: chi riesce a tirare più forte vince. C’è poco spettacolo vero, è tutto troppo veloce e non hai il tempo di pensare al colpo. Mi sembra che questa squadra sia molto più docile, fatta di bravi ragazzi”.

Redazione TF

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