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La crociata dei tennisti contro le palline: perché sono causa di infortuni

Tutti i protagonisti delle Atp Finals, con poche eccezioni rappresentate da Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Casper Ruud, si sono scagliati contro le palline utilizzate. Il motivo? A detta di molti tennisti sono la causa principale dei continui infortuni durante la stagione. Andiamo a vedere il perché.

Le voci contro le palline

Ormai, quasi ogni giorno siamo qui a parlarvi del problema legato alle palline da gioco nel circuito professionistico. In quest’ottica, sono vive due correnti di pensiero, entrambe contro l’utilizzo dopo il Covid-19 delle palline da tennis: il continuo cambio della marca tra un torneo e l’altro (e, di conseguenza, delle caratteristiche di esse) e il facile deterioramento, causa degli infortuni.

Andiamo con ordine ed analizziamo entrambe le correnti.

Cambiare troppo spesso palline

La prima è molto semplice: ogni torneo può scegliere la propria marca di palline in base ad accordi commerciali o a una maggiore adattabilità alla superficie di gioco (basti pensare alle Slazenger che vengono utilizzate solamente a Wimbledon e in pochi altri tornei sull’erba, ma mai su cemento o terra battuta).

Molte voci si sono ribellate a questo poiché si crea molta confusione nel gioco di ogni tennista e non si ha una continuità durante tutto l’arco della stagione. Questo potrebbe essere causa di infortuni: un giocatore dovrebbe adattare il proprio gioco alla pallina e fare movimenti o sforzi non abituato a fare.

Quattro settimane, quattro tipi di palle diverse. Quando verranno ascoltati i giocatori?” (Stan Wawrinka).

Ho dovuto convivere con problemi al polso sin dall’inizio dello US Open e tutto per problemi di cambio delle palline da gioco. Ne abbiamo avuto tre tipi in tre settimane” (Taylor Fritz).

“Penso che sia giunto il momento di fare molta attenzione al fatto che tanti atleti stanno avendo problemi al polso, (problemi) che si possono prevenire evitando di cambiare le palle da gioco ogni settimana” (Zizou Bergs).

L’argomento del cambio troppo frequente di palline tiene banco spesso nei discorsi tra noi tennisti. È necessario mantenere palline della medesima consistenza per un periodo più lungo di una sola settimana. Penso che, soprattutto durante i tornei sulle superfici dure, questo accorgimento diminuirebbe sicuramente il numero di infortuni. Sono convinto che i miei problemi alla schiena nel periodo susseguente l’Australian Open siano derivati proprio da questa pratica” (Stefanos Tsitsipas).

Credo che debba esserci un programma migliore per quanto riguarda le palline, non si possono giocare settimane diverse con palline diverse. Ovviamente ci saranno molte opinioni diverse sull’argomento. A molti giocatori piacciono tipi diverse di palline. Per esempio, giocatori più forti, con più potenza, vorranno palline lente, che potranno così colpire con la forza che desiderano avendo la sensazione di non sbagliare. Per i giocatori che utilizzano più sensibilità, ci sarà l’esigenza di palle più leggere, dato che sono gli unici a poterle controllare” (Alex de Minaur).

Il deterioramento

La seconda causa degli infortuni può essere causata dal deterioramento delle palline. Dopo pochi scambi, infatti, perdono gran parte del proprio peso e delle proprie caratteristiche. Per questo motivo, cambiano rimbalzo, velocità e peso.

Il motivo è che le aziende di produzione hanno cercato di tagliare i costi e ora stanno usando un materiale di gomma diverso, che rende le palline da tennis tra il 30% e il 60% più lente in media rispetto a prima del Covid. Ciò che accade ora con le palline da tennis è che l’aria e la pressione diminuiscono a causa del materiale che non le trattiene all’interno. Volano molto velocemente nell’aria per i primi due, tre metri, poi rallentano. Ecco perché molti giocatori ora hanno problemi al gomito e al polso” (Alexander Zverev).

Senti che fai più o meno gli stessi colpi e la palla vola in modo diverso. Anche se hai una tattica, non funziona perché vai a giocare con un giocatore come Sascha che serve a 220. Secondo me in passato c’erano molte palline buone. La sensazione era che più acceleravi, più avevi controllo. Ora senti che a volte acceleri e la palla va in maniera incredibile, mentre quella successiva va fuori di cinque metri. Succede a tutti i giocatori” (Andrey Rublev).

Gli unici che riescono a generare una potenza pazzesca sono Sinner e Alcaraz. Ora, letteralmente chiunque riesce a tenere lo scambio con me. In ogni match so di dover colpire qualsiasi palla. Non c’è una sola palla che abbia giocato quest’anno che non sia morta in aria. Solo alle Olimpiadi mi sono piaciute molto, eppure ho perso.

A Melbourne non ne ho parlato più di tanto perché inizialmente ho pensato fosse solo un problema mio. Però in effetti mi sono accorto che le palline da gioco non erano assolutamente adatte al tipo di superficie” (Daniil Medvedev).

Stefano Maffei

Lavorare nel mondo dello sport è sempre stato il mio sogno. Da bambino speravo di entrarci come atleta, ma poi ho capito che sarebbe stato meglio sfruttare le mie competenze da social media manager e copywriter per provare a realizzare il mio sogno. Grazie ai miei studi ho potuto migliorare molto la conoscenza dell'inglese (livello C1), del portoghese brasiliano (C1) e dello spagnolo (B1). Le mie capacità di addetto stampa, web writer, content editor e SMM le ho sviluppate seguendo corsi di approfondimento (dedicati al mondo dell'ufficio stampa, della scrittura sul web e dei social media) e grazie all'esperienza a Tennis Fever e GoPillar Academy come Content & Social Media Manager. Inoltre, sto vivendo il sogno di poter girare il mondo seguendo il circuito Wta (tennis) in qualità di match analyst.

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