Parigi-Bercy, continuano le polemiche: Khachanov accusa Humbert

Hanno fatto molto discutere le immagini della poco amichevole stretta di mano tra Karen Khachanov e Ugo Humbert al termine della semifinale del masters1000 di Parigi-Bercy. Il russo, in conferenza stampa, ha spiegato i motivi del gesto.

Le parole di Khachanov

Humbert è uscito sconfitto (nettamente) nella finale del masters1000 di Parigi-Bercy con Alexander Zverev (62 62). Nonostante ciò, rimangono le buone prestazioni in vista di un 2025 che potrebbe vederlo come uno dei protagonisti del circuito.

Nella semifinale del torneo parigino, però, il francese si è reso protagonista di comportamenti poco corretti nei confronti del proprio avversario. Nella vittoria in tre set contro Khachanov, infatti, Ugo ha continuato ad incoraggiarsi ed esultare fino alla fine ad ogni punto conquistato.

Non staremo parlando di nulla di grave, se non fosse che il proprio avversario non si muoveva più da metà terzo parziale. Il motivo? Khachanov ha accusato un grave problema fisico che l’ha addirittura fatto cadere in terra nel penultimo punto. Oggi sarà il giorno delle visite mediche per decretare l’esito del problema (si sospetta qualcosa di importante).

In conferenza stampa, il russo ha attaccato pesantemente il proprio avversario per il comportamento poco sportivo tenuto durante la partita.

“A rete gli ho detto di essere più rispettoso. Io mi comporto sempre all’insegna del fair play, mi congratulerò con lui quando si comporterà come una persona normale, questo è tutto quello che ho da dire.

Ci sta che lui festeggi, ma se vedi il tuo avversario infortunato… è un altro discorso. Mi avete visto ieri saltare ed esultare per ogni punto contro Grigor? E Dimitrov non era infortunato, era solo molto stanco. Gli infortuni fanno parte dello sport, ma festeggiare così mentre il tuo avversario è a terra? Ok, vedremo la prossima volta.

Ho avvertito un dolore acuto in tre punti diversi. Oggi mi visiteranno e vedrò il risultato. Forse è una microlesione o qualcosa di più grave, vedremo”.