Carlos Moya, capo allenatore di Rafael Nadal dopo l’addio dello zio Toni, ha voluto parlare della notizia del ritiro al termine della Coppa Davis di questa stagione. L’ex numero 1 del mondo ha rivelato che allenare Rafa è stato come allenare un figlio e che difficilmente si lancerà a breve in nuove avventure.
Le parole dell’allenatore
Moya è entrato a far parte del team di Nadal dalla fine del 2016. Da quel momento, non ha più abbandonato lo spagnolo e, con un grande lavoro e la fiducia di tutti, ha preso il posto dello zio Toni quando ha deciso di interrompere la collaborazione con il nipote.
I due, oltre al rapporto professionale, hanno sempre mantenuto una grandissima amicizia, come dimostrano le parole di profonda ammirazione rilasciate da Moya a Radio Estadio Noche.
“La notizia del ritiro? Lo sapevo da giorni. Ha detto a me e a tutta la squadra che la Coppa Davis sarebbe stata l’ultimo torneo che avrebbe giocato. Conoscendolo, sospettavamo che sarebbe successo proprio in questa occasione. Adesso avrò un periodo di lutto lavorativo perché, quando smetti di allenare uno come Rafa, lo conosco da quando eravamo bambini, è dura. L’unico modo per provare qualcosa di simile sarebbe allenare un figlio.
In parte potrebbe essere un sollievo dopo questi ultimi due anni che sono stati difficili per lui. La stagione sulla terra battuta l’ha preparata con poche ore di allenamento e con limitazioni dovute agli infortuni.
Penso che, se avesse avuto un sorteggio più semplice al Roland Garros, avremmo assistito a un cambio di tendenza. Non è, però, accaduto. L’ultimo obiettivo erano le Olimpiadi, ha un problema nei giorni precedenti e gioca contro Novak Djokovic al secondo turno. Penso che quella fosse la sua ultima grande speranza ed è per questo che ha deciso di ritirarsi”.
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