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“Vedo leggende dappertutto”: nelle parole di Jannik Sinner l’essenza di un campione

Jannik Sinner è un fenomeno. A 23 anni compiuti da poco ha vinto 17 tornei a livello Atp, di cui due Slam e quattro Masters 1000. E’ numero uno del mondo con un distacco abissale nei confronti dei suoi inseguitori e il suo 2024 parla di sette titoli messi in bacheca e un record di 65 partite vinte e 6 perse.

L’ultimo trionfo è stato quello di Shanghai, vinto d’autorità al cospetto di Novak Djokovic. Djokovic che al termine del match ha reso all’avversario l’onore delle armi: “Mi rivedo in te, Jannik, hai la mia stessa attitudine a mettere pressione sull’avversario fino quasi a soffocarlo”. Se non è un’investitura poco ci manca.

Ebbene, a dispetto di questi numeri e di queste parole, nel discorso di fine match Jannik ha colpito come sempre per il suo rispetto e la sua umiltà. Guardando gli spalti, ha parlato di “tre leggende” che stavano assistendo alla partita (Roger Federer, Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero), per poi aggiungere che “l’altra leggenda era un campo”, riferendosi a Nole.

Parole che hanno fatto scattare l’applauso del pubblico e fatto scappare un sorriso ai diretti interessati. Parole pronunciate con naturalezza, che nascondo il lato migliore del campione Sinner: quello di continuare a considerare chi gli sta intorno come modello e fonte di ispirazione, quello di non sentirsi mai arrivato, migliore o superiore agli altri.

I suoi numeri dicono che ne avrebbe ben donde. Ma lui è fatto così. E colpisce ancora di più se teniamo conto di quello che sta passando fuori dal campo. Quanti avrebbero reagito in questo modo? Quando avrebbero mantenuto lo stesso equilibrio? Difficile dirlo. Sicuramente abbiamo visto che ci sono stati una moltitudine di tennisti (o ex tennisti) che l’equilibrio l’hanno perso anche solo nel giudicare la sua vicenda, figuriamoci se ci fossero stati dentro.

In quelle tre parole “vedo leggende dappertutto” c’è molto di più che una battuta in un discorso di fine partita. C’è l’essenza di un campione.

Stefano Cagelli

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