I tormenti di Giacomo Naldi, l’ex fisioterapista di Sinner: “Non è solo colpa mia”

Oltre ai grandissimi successi in campo, sta continuando a tenere banco il caso doping attorno al nostro Jannik Sinner. Nelle scorse ore, l’ex fisioterapista Giacomo Naldi ha rilasciato interessanti dichiarazioni sulla vicenda sulle pagine de La Stampa.

La situazione

Tutti conosciamo alla perfezione la vicenda doping legata a Sinner. Nonostante alcuni detrattori si divertano ancora a chiamare il campione dopato, l’azzurro è stato assolto già due volte da due tribunali indipendenti per le due positività riscontrate al masters1000 di Indian Wells di marzo.

Per questo motivo, l’azzurro ha continuato a giocare senza mai fermarsi e la pena è stata la decurtazione di punti e montepremi del sopracitato masters1000 californiano. Sinner è entrato in contatto (in maniera completamente fortuita) con il Clostebol (per milionesimi), senza ricevere alcun tipo di miglioramento delle prestazioni sportive.

La notizia è venuta alla luce prima dello US Open, quando ormai i giochi si erano conclusi e l’azzurro era risultato innocente. Da lì, la decisione di separarsi con il fisioterapista Naldi e con il preparatore atletico Umberto Ferrara, i due colpevoli principali del grave errore.

Le parole del fisioterapista

A poche settimane dalla decisione della WADA (World Anti-Doping Agency) di contestare il verdetto, chiedendo due anni al numero 1 del mondo per negligenza, ha voluto parlare uno dei diretti interessati della vicenda: il fisioterapista Naldi. L’italiano si è assunto le responsabilità del caso, ma ha tenuto a specificare di non essere un mostro e di aver sbagliato in buona fede.

Mi dispiace come a tutti quanti, ma per ora non posso dire altro perché è in corso un nuovo procedimento. Spero che, prima o dopo, possa parlare per spiegare a tutti anche il mio punto di vista e dare un quadro più approfondito all’intera vicenda. Per ora, infatti, l’opinione pubblica si è fatta l’idea che la colpa sia solo mia.

Questo, però, non è il caso come sa bene chi ha letto tutti gli atti processuali. Ho capito che non tutti hanno fatto il proprio dovere nella vicenda. Jannik è sempre stato molto gentile con me: quando è nata mia figlia Letizia è stato uno dei primi a scrivermi. Come con tutto il team, ho un bel rapporto con Jannik. Ho ricevuto molto affetto da tutti quelli che mi conoscono personalmente. Sui social media, al contrario, sono stato insultato e ricevuto parecchie minacce da chi non mi conosce. Per quello che è successo e per come sono stato dipinto, mi dispiace molto”.

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