“Mi rivedo in lui”. Così Nole su Jannik. Tecnicamente è abbastanza vero. L’attuale numero uno del mondo in effetti ha diverse cose dell’ ex numero uno del mondo. Nel primo set della finale di Shangai hanno giocato a specchio, grandi servizi, tremendi colpi da fondo campo, cautela nel cercare le righe.
Entrambi hanno enorme capacità di leggere il match e freddezza mentale nei momenti chiave. Dopodiché i paragoni lasciano sempre il tempo che trovano anche se gli appassionati fanno sempre il giochino sul tennista che “ricorda” un campione del passato.
È il rito della memoria del tennis, sport che forse più di altri è fatto di gesti che “si tramandano” da una generazione all’altra ed evolve campione dopo campione.
E per questo è bello quel “mi rivedo in lui” pronunciato dall'”anziano” Djokovic a proposito del giovane Sinner: come se avesse voluto mettergli la spada sulla spalla e dirgli vai, Jannik, vai. Il tennis va avanti sempre e comunque: grazie, Nole, a nome di noi sinneriani.
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