Finale stellare doveva essere. E finale stellare è stata, per larghi tratti. L’ultimo atto dell’edizione 2024 del Masters 1000 di Shanghai tra Jannik Sinner e Novak Djokovic si è rivelato un match bellissimo, carico di tensione e decisosi sui dettagli. A laurearsi campione – aggiudicandosi la partita in due set – è stato il tennista nostrano, che ha aggiunto alla sua stagione un’altra perla ricca di significati, dopo essersi regalato la certezza di terminare l’anno da numero uno al mondo.
La finale, andata in scena dalle 10:30 circa, ha visto l’azzurro prevalere con il punteggio di 7-6, 6-3 maturato in 1 h e 39 minuti. Ecco come è andata in sintesi e tutti i dettagli.
Pronti via Sinner parte subito aggressivo e mette grande pressione su Djokovic. Il serbo, dal canto suo, risponde con la stessa moneta e ne esce una fase iniziale di studio molto combattuta. Il livello è altissimo così come l’intensità, ma le palle break latitano. Nei primi dodici game, infatti, vi sono da segnalare solo due risalite dallo 0-30: una ad opera di Nole, che nel terzo gioco si salva affidandosi al servizio (incredibile resa sia con la prima sia con la seconda per tutto il parziale); l’altra ad opera di Jannik, che nel decimo gioco imita il nativo di Belgrado rimandando, di fatto, la questione al tie-break.
Il mini-parziale decisivo è inizialmente a senso unico: l’azzurro centra immediatamente il mini-break rendendosi protagonista di un recupero pazzesco; poi allunga grazie ad un ace e dilaga con un dritto devastante prima di volare sul 4-0 in virtù di un errore commesso da Djokovic. Quest’ultimo, in seguito, riesce ad accorciare ma non a sovvertire l’inerzia a marca italiana. Alla fine, il giovane tirolese si aggiudica la frazione imponendosi per 7 punti a 4.
Si rientra in campo ed è ancora l’equilibrio a farla da padrone nelle fasi inziali. Tale equilibrio, però, non durerà molto a lungo. Perché Sinner, archiviati i primi tre game, torna ad alzare il livello e a mettere Djokovic in estrema difficoltà: la svolta arriva proprio nel quarto gioco, in cui Jannik sfodera una serie di riposte devastanti che gli valgono il 3-1. Successivamente, il 24 volte campione slam tenterà di avanzare una reazione ma non avrà modo di rimettersi in carreggiata. E così, un Sinner solido e glaciale si laurea campione con un 6-3, concretizzando il primo championship point a sua disposizione con un ace.
Niente quota 100 (titoli in carriera) per Djokovic, dunque. Per Sinner, invece, si tratta del settimo titolo stagionale, del terzo per quanto riguarda la categoria dei Masters 1000. Un trionfo che lo proietta verso la cifra monstre di 11920 punti in classifica e verso un finale di 2024 da assoluto favorito in ogni torneo. Semplicemente pazzesco.
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