Shangai, Medvedev dopo Arnaldi ammette: la discussione con l’arbitro è stata decisiva

Daniil Medvedev è uscito vincitore dalla battaglia al terzo turno del masters1000 di Shangai contro il nostro Matteo Arnaldi con il punteggio di 57 64 64. Nella conferenza stampa al termine della partita, il russo ha ammesso di aver trovato nuova linfa dalle discussioni con il giudice di sedia.

Cos’è successo

Si era messa male, molto male la sfida di terzo turno del masters1000 di Shangai per Medvedev. Il russo, infatti, aveva perso il primo set (e la testa) nell’incontro con il nostro Arnaldi, autore di una prestazione molto importante.

Come al solito, Daniil ha così iniziato la propria battaglia verbale con il giudice di sedia. Questa volta, però, non per qualche chiamata sbagliata (c’è l’electronic line calling e di errori ancora non se ne sono visti), ma per la qualità delle palline utilizzate.

Le parole del russo

Durante la conferenza stampa al termine del match, il russo ha rivissuto i momenti della sfuriata con l’arbitro (sottolineando che si tratta di cose da campo e non conservando alcun tipo di rancore) e svelato i prossimi obiettivi stagionali.

Beh, è proprio ​​questo il punto. Ho provato molte cose diverse nella mia carriera, cercando di restare calmo. Non si dovrebbe oltrepassare il limite, questo è sicuro, non è bello quando accade. Oggi non l’ho fatto.

Quello che ho fatto è stato arrabbiarmi quando ho ricevuto il primo warning; quindi, ho fatto finta di dire qualcosa nascondendomi la bocca, ma non ho detto niente, stavo mormorando qualcosa tipo ‘Oh, sei cattivo, sei cattivo’. Poi mi è stata chiamata la seconda violazione che probabilmente era meritata e ho perso la testa. In quel momento, dopo aver perso il primo set, sapevo che, se fossi riuscito a usare a mio vantaggio la situazione, avrei potuto farcela, e ci sono riuscito. Quindi a volte ho solo bisogno di non oltrepassare il limite e tornare amici come prima dopo la partita perché è anche così che funziona lo sport.

Vincere sempre in tornei diversi o ripetermi in alcuni posti? Decisamente la seconda: voglio vincere lo stesso torneo. Insomma, ho 28 anni, non ne ho più 22. Quest’anno è ancora senza titoli per me quindi voglio sicuramente vincere un titolo da qualche parte in una città in cui ho già vinto. Allo stesso tempo se vinco un 21° titolo da qualche parte come Melbourne o anche Pechino o comunque dove non ho mai vinto sarebbe comunque bello, ma preferirei vincere qui questa settimana e cancellare questa statistica”.

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