Passano i tornei, il campo continua a regalare spettacolo e ad emettere i propri verdetti, ma inevitabilmente continua a tenere banco anche il caso della (fortuita) positività al doping di Jannik Sinner.
La richiesta della Wada
Come noto, infatti, la Wada ha presentato ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport contro la sentenza di assoluzione dell’altoatesino pronunciata da un tribunale indipendente della Tennis Integrity Agency (ITIA) qualche settimana fa. L’agenzia mondiale anti-doping, nel dettaglio, ritiene “che la constatazione di «assenza di colpa o negligenza» non sia corretta ai sensi delle norme vigenti” e pertanto ha chiesto per il classe 2001 tirolese “un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni“.
Una situazione surreale
Una vera e proprio doccia gelata, arrivata alla vigilia dell’Atp 500 di Pechino, a cui Sinner ha partecipato e raggiunto la finale, nonostante l’incredibile pressione mediatica e uno stato d’animo poco sereno. Adesso Jannik si appresta a vivere il Masters 1000 di Shanghai in una situazione praticamente identica, che potremmo definire surreale, che di certo non aiuta né il ragazzo – la cui buona fede non è mai stata messa in dubbio – né la promozione del tennis a livello mondiale. Un aspetto sottolineato anche da Novak Djokovic nella consueta conferenza stampa pre-torneo.
Djokovic sul caso Sinner: “Troppe incoerenze. Jannik impressionante”
“Penso che sia abbastanza ovvio che il sistema non sta funzionando bene“, ha esordito Nole parlando della triste vicenda con protagonista l’azzurro. “Quindi, credo che questo sia probabilmente qualcosa che anche le persone che non seguono il nostro sport si stanno rendendo conto. Ci sono troppe incoerenze, troppi organi di governo coinvolti, e questo caso non aiuta affatto il nostro sport“, ha prontamente sottolineato.
Nole, poi, si è soffermato sul periodo difficile che sta attraversando Sinner fuori dal campo e ha espresso per lui parole di solidarietà. “Speriamo che possa tornare a giocare a tennis senza pensare ad altro. Penso che abbia vinto i tre appelli che ha avuto finora e… deve essere molto dura per lui, la sua squadra e la sua famiglia. È impressionante quello che ha fatto, in tutto il processo di quello che sta accadendo, il fatto che stia giocando a un livello così alto, vincendo il Grande Slam e la maggior parte delle partite che gioca”, ha affermo il serbo. In conclusione, però, ci ha tenuto a ribadire: “Ma non è che questa situazione o queste circostanze siano positive per il nostro sport, quindi speriamo di poter risolvere questo caso il prima possibile”.
Insomma, il solito Djokovic, schietto e senza peli sulla lingua. Stavolta – a differenza di altre – sposiamo in toto la sua opinione: la speranza è che davvero questo caso possa concludersi il prima possibile, e, aggiungiamo noi, soprattutto con una giusta sentenza di assoluzione.
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