Pechino, a tutto Alcaraz: dopo New York non volevo più prende in mano la racchetta
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Carlos Alcaraz è riuscito a sconfiggere il nostro Jannik Sinner nella finale dell’Atp500 di Pechino dopo una battaglia di tre ore e venti con il punteggio di 67(6) 64 76(3). A fine partita, ha rivelato un particolare molto importante del momento che ha vissuto dopo l’eliminazione allo US Open per mano di Botic van de Zandschulp.

La confessione di Carlitos

Alcaraz è il nuovo campione dell’Atp500 di Pechino. Al termine della finale più lunga della storia del torneo cinese, Sinner si è arreso ai colpi dello spagnolo. Il numero 2 del mondo è apparso di nuovo in palla dopo la cocente eliminazione al secondo turno dello US Open 2024.

Carlitos è riuscito a ribaltare una partita che si era messa molto male per lui. Lo spagnolo ha annullato due palle per il 5 a 3 in favore di Jannik al secondo set e addirittura rimontato dal 3 a 0 nel tiebreak del terzo set. Da quel momento in poi lo spagnolo non ha concesso più nulla, vincendo addirittura sette punti di fila.

Nella conferenza stampa al termine del match, oltre a rinsaldare il proprio rapporto con lo stesso Sinner, Alcaraz ha voluto svelare un particolare che gli aveva fatto pensare di smettere al termine dello US Open.

Penso che le nostre partite facciano bene al tennis: match equilibrati e intensi, scambi pazzeschi e grandi punti. Penso soprattutto alle persone che normalmente non seguono il tennis e che magari grazie a queste partite si avvicinano al nostro sport, cominciano a seguirlo, o addirittura a praticarlo.

Ogni volta che scendo in campo con Jannik cerco di godermi il momento, anche se a volte non è facile: oggi sono molto felice perché ho battuto uno dei migliori giocatori del mondo, se non il migliore. Significa che sto facendo le cose giuste, significa che il lavoro sta dando i suoi frutti. Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto nel corso dell’ultimo mese: mi sono allenato duramente, sia dal punto di vista fisico che sul campo.

Questo tipo di impegno mi ha consentito di vincere qui a Pechino e di chiudere in bellezza con una grande finale. Entrambi abbiamo espresso il nostro miglior livello di tennis e ripenso in particolare al tiebreak decisivo.

Lacrime di Ferrero? Non mi ero accorto di questo dettaglio. La verità è che gli ultimi due mesi non sono stati facili, un periodo complicato dentro e fuori dal campo, e ne siamo usciti insieme. È stato speciale alzare questo trofeo davanti al mio team e a parte della mia famiglia.

Grazie a tutti loro nel corso delle ultime settimane ho ritrovato la voglia di viaggiare e le motivazioni giuste. Dopo New York ho vissuto un momento complicato. Ero giù di morale, demotivato, non avevo voglia di prendere in mano la racchetta. Abbiamo parlato molto, rimesso le cose a posto. Ho capito che dovevo tornare in fretta ad allenarmi per tornare in campo più forte sia dal punto di vista mentale che dal punto di vista fisico.

Abbiamo lavorato sodo per tornare a vivere insieme dei momenti del genere. Immagino che il match di oggi sia stato emozionante anche per loro, proprio per tutti questi motivi”.

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